Rifiuti nella cava, Luigi Cocco, 53 anni, arrestato a fine gennaio dai carabinieri forestali nell'operazione Cavum, ha ottenuto i domiciliari. È quanto ha deciso il tribunale del Riesame che ha accolto il ricorso presentato per conto dell'imprenditore dall'avvocato Giampiero Vellucci. Intanto lunedì inizieranno gli accertamenti tecnici sui rifiuti.

Il ricorso della difesa vertenza sul fatto che non vi sia certezza della natura nociva e tossica dei rifiuti, trattandosi di residui di attività edilizie. E così, in attesa degli accertamenti tecnici sul materiale sequestrato, il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso, ha scarcerato Luigi Cocco, concedendogli di andare agli arresti domiciliari a Terracina.

Secondo la ricostruzione difensiva, al di là delle irregolarità riscontrate dai forestali nell'ingresso dei rifiuti, la cava di Monticchio non può considerarsi alla stregua di una discarica. Secondo, invece, quanto ricostruito dagli investigatori dei carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, la cava sarebbe stata trasformata in discarica abusiva, poi sequestrata nel corso del blitz che ha portato all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare.

Durante l'interrogatorio di garanzia, i fratelli Cocco si erano limitati ad ammettere irregolarità amministrative e documentali nel caotico viavai di mezzi che scaricavano rifiuti nella cava. Avevano negato però che tra quei rifiuti vi fossero materiali pericolosi. Hanno parlato di scarti e residui di piccole lavorazioni edili provenienti da imprese. Tale movimento però era stato monitorato e filmato dai forestali che hanno contestato le mancate identificazioni e pesature dei rifiuti. Da qui la contestazione di non aver compilato i formulari identificativi dei rifiuti.

Oltre ai fratelli Cocco, l'operazione Cavum ha coinvolto anche i coniugi Irene Cocco e Alberto Romiri residenti a Supino che gestiscono una società di smaltimento rifiuti a Morolo, la Sein, e il consulente tecnico della Ncl group e responsabile tecnico della Sein, Daniele Ripa di Castrocielo, per i quali il gip ha disposto i domiciliari.
L'operazione Cavum ha portato oltre al sequestro della cava e di 29 mezzi utilizzati per gli sversamenti dei rifiuti.Ventidue le società coinvolte nello smaltimento di rifiuti.