Il video-trappola per incastrare l'ex consigliere comunale azzurro Rossella Chiusaroli era rimasto in rete pochissimo. Il tempo necessario affinché i social, denuncia allegata alle istanze presentate al Commissariato, bloccassero la macchina del fango. "La Stangatina" il nome del video montato ad arte contro Rossella Chiusaroli, nel quale l'attuale commissario provinciale di FI veniva immortalata insieme al fratello in un tabacchi del centro mentre, secondo i realizzatori del video, pagava un pacchetto di sigarette con dieci euro dimenticati nell'attività da un'altra cliente.
Un video realizzato con le immagini delle telecamere interne dell'attività, tenuto nel cassetto per ben sette mesi (ma si suppone acquisito nelle 48 ore successive all'ingresso di Rossella nella tabaccheria) prima di diventare una bomba sganciata il 24 maggio nei confronti dell'esponente azzurra, tra i firmatari della sfiducia del sindaco D'Alessandro, scesa poi in campo - in una lista civica - a sostegno di Petrarcone. Subito dopo la divulgazione in rete del video trappola, Rossella Chiusaroli presentò una denuncia alla polizia contro due candidati della lista di Mario Abbruzzese - precisa il commissario provinciale FI - e al titolare del tabacchi. I due "divulgatori" eliminarono subito il video con tanto di musichette napoletane e frasi con cui l'esponente azzurra veniva apostrofata come "ladra". Che su YouTube, però, rimase oltre 15 giorni.
Per le tre persone denunciate, il pm Maisto avrebbe chiesto l'archiviazione. Ma in fase di indagine sarebbe stata approfondita, in base alle testimonianze raccolte, la posizione dell'ex assessore con delega alla Polizia municipale e alla sicurezza, Emanuele dell'Omo, già comandante del Reparto operativo dell'Arma. Secondo uno dei tre denunciati, infatti, sarebbe stato lo stesso dell'Omo a richiedere i video poi finiti on-line contro Rossella.
E per questo sarebbe finito nell'inchiesta, chiusa nei giorni scorsi, chiamato a rispondere dell'ipotesi di sostituzione di persona e di usurpazione di funzioni pubbliche. Accuse - ovviamente tutte da dimostrare - a cui Chiusaroli non crede: «L'ho sempre reputato e lo reputo una persona nei cui confronti ho sempre nutrito profonda stima. Non posso che parlarne bene e non so nulla in merito a un suo possibile coinvolgimento con la vicenda che mi riguarda».
«Andrò avanti contro la richiesta di archiviazione - ha continuato Rossella Chiusaroli - Si è trattato di una vergognosa macchina del fango. Quel video è rimasto on-line almeno una quindicina di giorni, il tempo necessario a YouTube (a cui ho inviato le denunce) per mettere in atto la dovuta procedura. Conseguenze terribili per me ma anche per la mia famiglia: lavoriamo da sempre e con abnegazione. Ho dovuto spiegare tutto questo a mia figlia di 12 anni: inaccettabile. Tanta la solidarietà dimostrata nei miei confronti che mi ha fatto indubbiamente piacere. So che sarebbe stato così anche per mio padre».