Oggi è il giorno dell'estremo saluto a Jlenia Macari. I funerali della quarantaseienne di Badia di Esperia, deceduta mercoledì sera in un terribile incidente stradale avvenuto sulla superstrada Cassino-Formia in territorio di Spigno Saturnia, si terranno questa mattina alle 11 nella chiesa di San Pietro Apostolo di Esperia Inferiore.

La salma, dopo l'esame autoptico disposto dalla magistratura, è stata riconsegnata alla famiglia, che oggi, insieme ai numerosissimi parenti e amici, devastati dal dolore per la scomparsa di Jlenia, potranno salutarla per l'ultima volta, prima di accompagnarla al cimitero comunale di Esperia.

La ricostruzione della tragedia

Era la tarda sera di mercoledì scorso quando, mentre era a bordo della sua Citroen, Jlenia Macari si è scontrata con altre due automobili, un'Audi condotta da un cittadino straniero, e una Wolkswagen su cui viaggiava una coppia di Spigno. Una frazione di secondo e la vita di Ilenia si è spezzata per sempre; le altre persone coinvolte, trasportate all'ospedale "Dono Svizzero" di Formia, hanno riportato diverse contusioni, ma se la sono cavata, per fortuna, con pochi giorni di prognosi.

Strada della morte: petizione online

Intanto, la petizione online "Strada Regionale 630 Cassino - Formia, la strada della morte", che è stata lanciata all'indomani dell'ennesima vittima della strada killer con l'obiettivo di sensibilizzare le autorità competenti sulla messa in sicurezza, ha totalizzato in pochissimi giorni centinaia di firme.

«Ormai questa strada Regionale, rinomata come "ghigliottina" per chi la percorre quotidianamente, è diventata una sorta di "strada della speranza" - questo il testo della petizione - Ultimamente, sono aumentati gli incidenti e sono aumentate le vittime grazie a vari fattori, tra cui una carenza di sicurezza. Dobbiamo continuare a piangere fratelli, padri e amici prima che qualcuno faccia qualcosa?

Guidare in sicurezza è un nostro diritto, nulla di più. Chiediamo a tutta la comunità di firmare questa petizione, facciamoci sentire e facciamo in modo che qualcuno senta la nostra voce e i nostri pianti ormai esausti».