Bombe molotov nell'auto, arriva la seconda condanna. È la notte tra il 3 e il 4 maggio 2017 quando la Guardia di finanza ferma un'Opel Corsa e, poi, con l'ausilio della polizia arresta tre romani di 27 anni. Uno aveva patteggiato una condanna a un anno e mezzo, un secondo era stato assolto e, ora, anche il terzo uomo è stato condannato, sempre a un anno e mezzo, ma con il rito abbreviato. L'accusa era di aver fabbricato, detenuto e trasportato armi da guerra, tali sono, infatti, considerate le bottiglie incendiarie. Le molotov, come ricostruito da una agente della polizia scientifica, avevano come innesco una striscia di cotone.

Il veicolo era stato fermato sulla Monti Lepini, vicino all'ingresso dell'autostrada, nei pressi del casello di Frosinone. L'Opel aveva suscitato l'interesse delle forze dell'ordine perché aveva la carrozzeria pulita mentre la targa era coperta di fango, in modo da impedirne la lettura. Oltre a due bombe molotov, confezionate con due bottiglie grandi di birra con l'innesco costituito da uno strofinaccio, era saltato fuori materiale per il confezionamento di altri ordigni simili, ovvero un'altra bottiglia di plastica riempita con la benzina, strofinacci e due chili di zucchero. I tre non seppero giustificare la presenza a Frosinone. Del resto la versione della prima ora (tentare di bruciare l'auto per incassare i soldi dell'assicurazione) non ha mai convinto gli investigatori.

Troppo vecchia l'auto, troppo strano farlo a Frosinone e soprattutto perché coprire la targa? Tuttavia non è mai emerso il vero motivo della loro presenza in Ciociaria. E sullo sfondo è rimasto il sospetto di un atto intimidatorio. Ieri, la nuova sentenza a carico di Manuel Pacifici. Quest'ultimo era già stato rinviato a giudizio, solo che, per un vizio di forma, il caso era stato retrocesso alla fase dell'udienza preliminari. Così ieri l'avvocato Antonio Ceccani ha sollecitato la definizione del caso con il rito abbreviato. E il magistrato ha stabilito una pena di un anno e mezzo.