Branchi di cani, non solo randagi, che fanno paura. Alcuni sono affamati e aggressivi, abbaiano e spaventano i passanti, rincorrono chi va in bicicletta o in motorino. A volte si rendono protagonisti di veri e propri attacchi. Come quello avvenuto lunedì mattina nelle campagne del paese, dove quattro cani sono entrati nel giardino di una villetta e qui hanno aggredito un cagnolino di piccola taglia ferendolo gravemente. Solo il disperato quanto provvidenziale intervento del proprietario ha evitato che il suo cane finisse sbranato. Immediata la corsa al pronto soccorso veterinario dove al povero animale sono stati applicati molti punti di sutura per i morsi ricevuti.

Il figlio del proprietario, un bimbo di due anni e mezzo, ha visto la drammatica scena con il suo cagnolino riverso a terra in un lago di sangue: un brutto shock anche per lui. Ieri mattina, appena ricevuta la segnalazione dell'ultima aggressione, il sindaco Duilio Martini ha incaricato un vigile urbano di attivare la procedura per chiedere un rapido intervento del servizio di accalappiamento della Asl. «C'è massima attenzione su questo problema - assicura Martini -. Vogliamo che i cittadini siano tranquilli». Non è facile però. Anche perché molti dei cani che circolano liberamente nelle campagne del paese non sono randagi; hanno dei proprietari che non li custodiscono a dovere. E ciò nonostante l'ordinanza emessa la scorsa estate dal sindaco che impone di tenere gli animali all'interno di giardini o terreni e di portarli fuori solo con guinzaglio e museruola.

Proprio contro il randagismo un anno fa il Comune ha promosso una campagna di microcippatura gratuita. «È andata molto bene racconta il primo cittadino Abbiamo applicato il microchip a circa duecento cani. Ma purtroppo non basta per risolvere il problema». Come pure non basta la generosità degli alvitani che hanno risposto all'appello dell'ammi nistrazione adottando i randagi accalappiati sul territorio comunale e rinchiusi nel canile, dove oggi ne restano appena cinque.