«Ci risiamo. Dall'inizio dell'anno Frosinone, con l'intera Valle del Sacco, è avvolta in una persistente, mefitica nuvola di smog». Così Stefano Ceccarelli, presidente del circolo il Cigno di Legambiente interviene sull'inquinamento per chiedere il blocco dei veicoli diesel.

«Al 12 gennaio, la centralina di Frosinone Scalo ha fatto registrare 11 giorni su 12 di sforamenti dei limiti giornalieri delle Pm10, con valori medi che si attestano intorno al doppio del limite. L'allarme non riguarda solo Frosinone ma copre tutta la Val Padana e diverse città del centro-sud. Sappiamo che le cause strutturali non sono facilmente aggredibili: occorrerebbero strategie coraggiose di medio-lungo termine sovracomunali basate sulla buona scienza che limitino le emissioni nei vari settori da cui esse originano. È desolante constatare come, dopo molti anni di consapevolezza del problema, si continui a navigare a vista con misure spesso di facciata come le targhe alterne, ormai abbandonate da anni nelle realtà urbane meno arretrate della nostra».

Sul fronte dell'emerge Ceccarelli dice: «le misure programmatiche di routine previste dall'amministrazione Ottaviani con l'ordinanza dell'8 novembre, se si eccettua la proroga scontata della chiusura prefestiva delle scuole, non sono state seguite da alcun nuovo provvedimento emergenziale. Ma cosa si aspetta a vietare la circolazione delle auto alimentate a gasolio? A quali livelli devono arrivare le Pm10 perché ci si decida ad agire in quello che è forse l'unico settore in cui le autorità comunali possono intervenire?

Cosa c'è dietro questa ostinazione nel voler equiparare l'impatto dei diesel con quello dei motori a benzina a dispetto di ogni evidenza scientifica? Ci sarà un motivo se tutte le maggiori città del nord Italia, a cui si è aggiunta anche Roma, hanno disposto nei giorni scorsi il divieto di circolazione dei diesel fino ad Euro 5 e in alcuni casi ad Euro 6? Non si venga a raccontare la storia dell'efficacia dei filtri anti-particolato: è di questi giorni la pubblicazione di un rapporto dell'autorevole think tank Transport & Environment secondo cui anche le nuove auto diesel Euro 6 continuano a violare i limiti di legge sulle emissioni di polveri sottili, con picchi di emissioni rilasciate nella fase di rigenerazione dei filtri fino a 1000 volte i valori standard».

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Ceccarelli chiede a Ottaviani e agli altri sindaci «l'adozione immediata di provvedimenti di limitazione della circolazione dei veicoli alimentati a gasolio fino a Euro 6, almeno fino alla riduzione dei livelli di particolato entro i limiti di legge».

A stretto giro di posta la risposta dell'assessore al'Ambiente Massimiliano Tagliaferri che dice: «Il blocco degli autoveicoli diesel Euro 6, proposto da qualche "tardoambientalista" sembra più uno spot per cercare di riportare politicamente in vita la Raggi, che non una reale manifestazione di interesse a favore delle politiche sul miglioramento della qualità dell'aria. Non ha senso chiedere ai cittadini di fare sacrifici per comprare gli autoveicoli euro 6, a basso impatto ambientale, e poi mettere il vigile all'uscita della concessionaria per intimare all'automobilista di tornare indietro. A Frosinone abbiamo portato avanti uno stop graduale di diesel euro 3, con un congruo periodo di pre-informazione, evitando di svegliare la gente di notte per mortificare le famiglie e le attività private e imprenditoriali, solo per il gusto di una notizia sensazionale».

Paese che vai ordinanza che trovi. In questo inizio di 2020 con le polveri sottili alle stelle e con valori di gran lunga superiori rispetto all'inizio del 2019, ogni città sta andando in ordine sparso. In Ciociaria come nel resto d'Italia.

Lo stesso vale per le domeniche ecologiche come pure per le misure emergenziali quali lo stop anche ai veicoli di ultima generazione. E infatti, Roma ha fermato i diesel Euro 6, Torino gli Euro 5, Milano e Venezia gli Euro 4, Firenze gli Euro 3. Per non parlare delle limitazioni ai veicoli a benzina. Resta il fatto di chi è deputato a controllare e ad elevare le multe ai trasgressori (non a caso, domenica, a Frosinone, durante il blocco del traffico, non sono mancate le polemiche per le troppe auto in circolazione, anche nel centro storico, e le zero contravvenzioni elevate).

Frosinone, invece, oltre a disporre le domeniche ecologiche, due giornate di targhe alterne il lunedì e il mercoledì ha stabilito il divieto assoluto di circolazione all'interno della ztl delle auto a benzina fino a euro 2 e a diesel fino a euro 3 dall'11 novembre 2019 al 31 marzo 2020. Quanto alle domeniche ecologiche ne è rimasta un'altra, il 16 febbraio, probabilmente destinata a esser anticipata per la contemporaneità con l'inizio delle manifestazioni per il carnevale (come se il diritto alla salute fosse subordinato a quello a divertirsi).

Il punto è che, come denunciato dall'associazione dei Medici di famiglia per l'ambiente, nella prima decade del 2020 rispetto all'analogo periodo di dodici mesi prima sono aumentate le ore di esposizione con concentrazioni di pm10 e pm2,5 di molto superiori al limite consentito.

Secondo i dati dell'Arpa nei primi tredici giorni dell'anno Frosinone Scalo, come pure Ceccano e Cassino, ha sforato il limite giornaliero dei 50 microgrammi per metro cubo per il pm10 dodici volte. Lunedì lo Scalo ha registrato un valore di 104, Ceccano di 115 e Cassino di 78. Nei primi dodici giorni dell'anno la media allo Scalo è di 113, a Cassino di 115 e a Ceccano di 123. Per il pm2,5, invece, la media (per legge è fissata a 25 per l'anno) è di 93 a Cassino, 52 a Ferentino e 46 a viale Mazzini.

Dai dati dei medici di famiglia, infine, in corso Lazio la media del pm10, aggiornata a ieri sera, è di 129 con una punta di 205 il 4 gennaio, in via Puccini di 137 (e un massimo di 238), alla villa comunale di 140 (e di 216 di picco) e a Madonna della Neve di 138 (e un top di 208).

di: Raffaele Calcabrina