Apparentemente il giallo sembra risolto, ma la dinamica del delitto ancora non è ricostruita. Dagli elementi potrebbe essere successo che l'assassino abbia aspettato il rientro della coppia per tendere loro un agguato, visto che tutti avevano ancora indosso i giubbotti. Ma sono ancora tanti i pezzi che gli inquirenti devono mettere insieme per chiarire non solo i fatti per come sono andati, ma il movente che ha spinto Pasqualino Forcina ad impugnare la sua pistola 7.65 e sparare alla cugina, la professoressa Fausta Forcina, 67 anni, e al marito, il professore Giuseppe Gionta, 69 anni. Stessa arma che ha poi rivolto contro di sé per suicidarsi.

Nella giornata di ieri i carabinieri della compagnia di Formia, guidati dal tenente Massimo Milano, hanno ascoltato vari testimoni, in particolare quelli delle attività commerciali nei dintorni di piazza Mattej. Il palazzo dove è avvenuto il duplice delitto ed il suicidio si affaccia su questa centralissima e molto frequentata piazza della città. Eppure, nonostante ciò, la scoperta della mattanza è avvenuta solo dopo qualche ora.

Questo si spiegherebbe col fatto che nel palazzo ci sono sei appartamenti distribuiti su tre piani, dove al primo piano vivevano le vittime, mentre nell'atro la sorella della professoressa, che vive a Latina e usa saltuariamente; al secondo piano viveva Pasqualino Forcina, 63 anni, mentre nell'altro c'è l'altro fratello della vittima, che vive a Roma; al terzo piano c'è lo studio legale e di fronte l'appartamento di un colonnello dell'aeronautica che lo usa per le vacanze. Quindi, all'interno del palazzo, quotidianamente si registra poco viavai. L'esplosione degli spari, tra l'altro, non ha destato più di tanto dei sospetti, in quanto in molti hanno pensato che potessero essere gli ultimi petardi di Capodanno che ancora vengono esplosi un po' a tutte le ore.

I delitti, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero avvenuti tra le 13.30 e le 14 e, prima di essere scoperti, si è dovuto attendere le 16-16.30, quando una dipendente dello studio legale ha raggiunto il palazzo per riprendere servizio nel pomeriggio. Davanti agli occhi, uno scenario raccapricciante, con la professoressa riversa sulle scale, sulla prima rampa tra il quarto e il quinto scalino, in una pozza di sangue, ancora con la giacca gli occhiali e la borsa in un braccio -la 67enne la mattina l'aveva trascorsa al mercato e a fare spesa in quanto era il suo giorno libero da scuola -,mentre l'altro le copriva il volto come nel tentativo di proteggersi dagli spari. Uno dei colpi infatti ha attinto il braccio destro da cui è fuoriuscito per andarsi a conficcare nel muro del pianerottolo; un altro, forse quello fatale, l'ha raggiunta al petto.

Da quel momento è scattato  l'allarme e la richiesta di soccorso da parte del 118 e dei carabinieri. Poi il resto della scoperta: al primo piano, invece, il professor Gionta, trovato nel suo appartamento, colpito al petto, e Forcina invece sul pianerottolo con un colpo al volto, che dopo averlo attraversato si è conficcato nel soffitto. Anche loro avevano ancora le giacche indosso, segno che tutti e tre erano appena rientrati in casa da pochi istanti. Oppure il Forcina potrebbe avere aspettato che la coppia rientrasse per tendere un agguato.
Del caso è stato investito il sostituto procuratore di turno De Franco, che ha nominato il medico legale Daniela Lucidi che nella giornata di oggi eseguirà l'autopsia dopo che l'agenzia funebre "Eterna" di Formia, già nella giornata di ieri, ha portato i tre cadaveri alla sala mortuaria dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino. Il palazzo è sotto sequestro giudiziario. Ieri mattina, i custodi, accompagnati da un fabbro, su disposizione del pm hanno proceduto a cambiare la serratura del portone. Lo studio legale ha già presentato un'istanza per avere un permesso speciale per potere entrare nello studio.

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Da Roma, dove vive per motivi di studio, stava chattando con gli amici per capire cosa era successo in piazza Mattej. Così, il giovane di 29 anni, figlio unico della coppia di insegnanti uccisi ieri sera, ha saputo di quanto accaduto ai suoi genitori. «Ho letto ed ho visto che è successo qualcosa di grave, qualcuno mi sa dire cosa è accaduto? Sto provando a contattare i miei, ma non rispondono» la frase che gli amici hanno letto sui loro smartphone.

Forse nessuno ha avuto il coraggio di dire cosa effettivamente fosse successo, o forse non si era ancora a piena conoscenza della portata del tragico evento. Così Francesco, studente della facoltà di Fisica presso l'università "La Sapienza", non trovando risposta si è rivolto ad un parente stretto. Che in quel momento era insieme ai carabinieri, al lavoro per i rilievi e per l'avvio delle indagini.

Ai militari è toccato il delicatissimo compito di comunicare al giovane quanto accaduto. Al ragazzo, in uno stato di comprensibile choc e costernazione, non è rimasto altro da fare che rientrare in tutta fretta a Formia per sincerarsi di tutto quello che è accaduto in una giornata semplicemente incredibile nella sua drammaticità.

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Una giornata di quelle che sono destinate a cambiare la vita, e purtroppo per lui in senso fortemente negativo: perdere entrambi i genitori nel giro di pochi minuti. È toccato invece alla sindaca Paola Villa prendere il primo, difficile e al tempo stesso delicatissimo contatto con Filippo, fratello di Giuseppe, impiegato presso il Comune di Formia negli uffici della centralissima Via Vitruvio, per comunicargli il tristissimo fatto. Il primo cittadino, in quel momento al lavoro presso il palazzo comunale, appena saputo di quanto successo è salito al piano di sopra e ha parlato con il dipendente. Per poi raggiungere il luogo della tragedia.

di: La Redazione

Prima uccide la cugina e il marito, poi si toglie la vita. Alla base della tragedia avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri a Formia, stando a quanto trapelato dalle prime indiscrezioni investigative, ci sarebbero delle questioni riconducibili a un'eredità. A sparare contro Fausta Forcina, 60 anni, e Giuseppe Gionta, 65 anni, sarebbe stato Pasqualino Forcina, 64 anni.

Sono da poco passate le 17 e 30 di ieri quando in piazza Mattej, nel centro di Formia, si sentono delle esplosioni. Qualcuno pensava si trattasse di petardi, ma poco dopo è arrivata la tragica scoperta all'interno di quel palazzo al numero civico 39. Una signora, mentre sta entrando nell'edificio, trova il corpo di Fausta Forcina, insegnante di matematica alla scuola "Dante Alighieri" di Formia, ormai senza vita. A ucciderla, come è stato appurato successivamente con gli accertamenti da parte dei reparti scientifici, alcuni colpi di arma da fuoco. In totale sarebbero tre i proiettili che hanno raggiunto la donna, che pare sia stata colpita alle spalle, forse in un disperato tentativo di fuga.

I carabinieri della Compagnia di Formia, giunti sul posto, hanno intuito subito quale fosse la pista investigativa da percorrere, ossia l'omicidio-suicidio. Infatti, all'interno dell'appartamento in cui la donna viveva col marito, Giuseppe Gionta (65 anni ed ex insegnante e vice preside dell'Istituto "Dante Alighieri"), i carabinieri trovano il corpo senza vita dell'uomo. Fatale, pare, un colpo di pistola esploso al petto. A distanza di poco tempo, in un altro appartamento del medesimo palazzo, il corpo di Pasqualino Forcina, cugino di Fausta Forcina e impiegato in uno studio di commercialisti.

In piazza Mattej, oltre ai carabinieri, sono giunti anche gli agenti del commissariato e i militari della guardia di finanza. L'intera area è stata transennata per consentire agli investigatori e alla scientifica di effettuare tutti gli accertamenti di rito. Chiaramente, la zona è stata delimitata anche per tenere lontane le tante persone che nel frattempo sono giunte lì per capire cosa stesse succedendo. All'interno del palazzo, fino a tarda sera, sono andati avanti i rilievi scientifici. Anche il magistrato di turno della Procura di Cassino, il dottor Emanuele De Franco, è giunto sul posto insieme al medico legale Daniela Lucidi.

Il duplice omicidio-suicidio, secondo quanto trapelato ieri, sarebbe maturato nell'ambito di una lite che andava avanti da qualche tempo per la gestione di un'eredità. Ad aprire il fuoco sarebbe stato Pasqualino Forcina, che dopo aver ucciso la cugina e il marito di lei si sarebbe tolto la vita. Lì gli investigatori hanno trovato la pistola, una calibro 7,65. L'esatta dinamica della tragedia è chiaramente ancora al vaglio delle forze dell'ordine e della Procura.

La notizia di quanto avvenuto ieri pomeriggio in piazza Mattej ha suscitato sconcerto in tutta la città di Formia, dove i due coniugi, insegnanti nella scuola "Alighieri", erano molto conosciuti. Questa mattina la scuola sarà regolarmente aperta. Alle 9 circa il preside Vito Costanzo riunirà nel cortile della scuola alunni e professori per parlare della tragedia. Sospeso invece l'open day dell'istituto.

di: La Redazione