Com'era la chiesa di San Francesco prima della trasformazione barocca del XVII secolo? Quali gli elementi che la contraddistinguevano in rapporto alla fastosa decorazione che, oggi, ammiriamo entrando in questo edificio sacro, tra i più notevoli della città?

Domande a cui ha provato a dare una risposta il professor Mario Ritarossi che, nella conferenza "Metamorfosi di una chiesa", ha proposto quella che potrebbe essere un'ipotetica ricostruzione della chiesa grazie ai "miracoli" della computer grafica. Partendo dalla descrizione lasciataci da monsignor Annibale De Grassis, vescovo di Faenza, in visita apostolica ad Alatri nel marzo del 1581, Ritarossi ha ripensato le linee architettoniche di San Francesco agli albori, ossia XIII e XIV secolo.

Ecco, allora, le mura finanche prive dell'apparato pittorico gotico, nude e semplici, come semplice è la pavimentazione; lunghi e alti finestroni a dare luce all'interno; il presbiterio leggermente rialzato (come oggi) con una balaustra essenziale e con un altare molto misurato a precedere l'area absidale retrostante; infine, il tetto a capriate in legno in luogo della copertura a botte. In sostanza, un edificio sacro sobrio in linea con la prima tendenza dell'architettura francescana, improntata alla elementarità dell'arredo, ben diversa dalla chiesa che conosciamo. Poi, infatti, sarebbero arrivati dapprima le teorie di pitture murali e, poi, il rifacimento in stile barocco.