Restano ancora critiche le condizioni del macedone vittima di un agguato in auto l'altra notte. Nel frattempo, i difensori di Julian Maloku, in carcere con l'accusa di tentato omicidio, porto abusivo di arma da sparo e ricettazione della pistola, un revolver rubato in un appartamento di Ceccano, stanno valutando il da farsi. Stanno cercando di capire se è il caso di proporre ricorso al Riesame per una modifica della misura. Ma anche di chiedere delle perizie, una medico-legale, per stabilire il foro di entrata del proiettile e l'altra, balistica, per la traiettoria percorsa dal colpo che ha centrato il macedone in piena fronte.
Nel frattempo la famiglia di Maloku ha segnalato il danneggiamento dell'abitazione di residenza dell'arrestato. Ma dalla questura ribattono che si tratta di un vecchio episodio che nulla ha a che vedere con il ferimento di via Tomaso Albinoni.
Le indagini condotte dalla squadra mobile di Frosinone proseguono ad ampio raggio per cercare di individuare le motivazioni alla base della violenta aggressione. Si indaga sul mercato della prostituzione nella zona dell'asse attrezzato.
Tra Maloku e il macedone, come ricostruito dall'albanese durante il primo interrogatorio (quello davanti al pubblico ministero Samuel Amari) c'erano già stati motivi di contrasto. Anche se Maloku ha riferito di aver cercato solo di intimorirlo e che il colpo dall'arma, rubata a Ceccano, è partito per errore. Un colpo che ha colpito il bersaglio in piena fronte, come se si fosse trattato di un'esecuzione, che è poi quanto gli viene contestato dalla procura del capoluogo.