Restano sempre gravissime le condizioni del giovane macedone ferito da un colpo di pistola alla fronte. Ieri, intanto, è stato convalidato l'arresto di Julian Moloku l'uomo di 37 anni, da tempo residente nel capoluogo, che si è costituito in questura e si è autodenunciato. Confermata la misura della custodia in carcere. È accusato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da sparo e ricettazione del revolver.

Moloku, difeso dagli avvocati Riccardo Masecchia e Giampiero Vellucci, dopo essere stato interrogato per due ore dal sostituto procuratore Samuel Amari la stessa sera del ferimento, questa volta ha scelto la strada del silenzio. Moloku, in pratica, di fronte al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere che gli riconosce la legge. In più, si è riportato a quanto già dichiarato al pm e ha reso una spontanea dichiarazione nella quale ha negato di aver voluto uccidere il rivale.

Dice che voleva intimorirlo e dimostrargli che non aveva paura di lui. Ha spiegato che il colpo è partito per errore nella foga di tirarlo fuori con forza dalla macchina nella quale il macedone era rientrato dopo aver discusso in precedenza con lui. Una discussione piuttosto vivace che l'altro aveva considerato chiusa e per questo era andato ad accomodarsi al volante della propria Alfa. Moloku ha spiegato pure che, vista l'ora e il posto, un parcheggio davanti a un chiosco e a un bar nei pressi del casello dell'A1 a quell'ora ancora frequentato, se avesse voluto uccidere avrebbe scelto un luogo più isolato e meno frequentato.

Nel frattempo, proseguono gli accertamenti condotti dagli uomini della squadra mobile di Frosinone diretti dal commissario capo Flavio Genovesi. Si cerca di ricostruire non solo quanto accaduto l'altra notte poco prima delle 23, ascoltando anche i testimoni presenti a quell'ora e comunque familiari e amici delle due persone coinvolte nel fatto d'armi. Si scava nel passato dei due e nei contrasti insorti tra aggressore e aggredito per il controllo del mercato della prostituzione nell'area dell'asse attrezzato.

Da quanto dichiarato da Moloku, l'altro lo avrebbe più volte minacciato perché cercava di allargare il proprio raggio d'azione sullo stradone. Contrasti che, però, fino ad allora non avevano prodotto la reazione violenta che si è manifestata nella notte tra lunedì e martedì in via Albinoni.

Tra gli accertamenti che andranno compiuti c'è anche una perizia balistica da affidare a un esperto di armi per valutare la traiettoria di entrata del proiettile. Proiettile che ha colpito al centro della fronte il malcapitato macedone e che è stato estratto dai medici dell'ospedale Umberto I di Roma al termine di un delicato intervento chirurgico. Ancora ieri l'uomo era in terapia intensiva in condizioni critiche.

Il colpo è partito da un revolver custodito all'interno di una casa di Ceccano da dove era stato rubato la notte dell'8 dicembre. La pistola, subito dopo lo sparo, era stata abbandonata da Moloku lungo la strada mentre si recava in questura per costituirsi. Qualche ora dopo, infatti, l'arma è stata recuperata dagli agenti della squadra mobile.