Tra l'evasione dell'Imu-Tasi, della Tari e il mancato pagamento delle bollette dell'acqua, gli italiani "risparmiano" indebitamente 7,6 miliardi di euro all'anno. A pagare il conto sono i Comuni e le società che si occupano della gestione dei rifiuti urbani e/o erogano il servizio idrico, spesso controllate dalle stesse amministrazioni comunali dove operano.
A dirlo è l'Ufficio studi della Cgia.
Geograficamente parlando dei 5,1 mld di evasione per la sola Imu nel 2016 circa 1,87 miliardi sono ascrivibili ai proprietari degli immobili delle regioni del Nord; 1,81 miliardi a quelli del Sud; e 1,4 miliardi a quelli del Centro. Per quanto riguarda la propensione all'evasione (o propensione al tax gap) spicca il dato della Calabria pari al 43,2 per cento, quello della Campania attestatosi al 38,5 per cento e quello della Sicilia al 36,6 per cento.
Le Regioni più virtuose, invece, sono il Piemonte (tax gap al 21,7 per cento), la Lombardia (20,6 per cento), la Liguria (18,3 per cento) e l'Emilia Romagna (tax gap al 17,8 per cento) che è la Regione dove la propensione all'evasione è la più bassa in assoluto. Per il Lazio si parla di 906 milioni di evasione e di un tax gap del 33,5%. Evidentissime differenze Nord e Sud anche per quanto concerne la stima dell'evasione della Tari.
Secondo le stime, su 9 miliardi di gettito complessivo registrato nel 2018, il mancato incasso a livello nazionale è stato di 2,1 miliardi di euro, di cui poco più di 1 miliardo in capo ai cittadini/imprese del Sud, 817 milioni a quelli del Centro e 286 milioni di euro a quelli del Nord. A livello regionale svetta la mancata riscossione per abitante del Lazio con 121,8 euro
La data da fissare sul calendario è quella del 16 dicembre: 150.000 contribuenti ciociari saranno chiamati a versare 40.680.820 euro tra Imu e Tasi (si tratta del saldo 2019, la prima rata è stata versata a giugno, per un totale finale di 81 milioni di euro) con un esborso effettivo procapite di 82 euro (165 euro è il computo totale sull'anno).
A fare la parte del leone sarà il Comune di Frosinone con quasi 6 milioni di euro di incasso (11.632.604 nella proiezione annuale), cui seguono Cassino (3,5 milioni, quasi 7 in totale) e Sora (2,5 milioni, poco meno di 5 globalmente). La cenerentola è Terelle nelle cui casse entreranno per la seconda rata circa 16.000 euro. Allargando lo sguardo in Italia sono oltre 25 i milioni di proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale, il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati, dovranno presentarsi alla "cassa" per l'Imu-Tasi. Con il saldo del prossimo 16 dicembre si verseranno 10,3 miliardi di euro: il conto totale,a fine anno, sarà di 20,5 miliardi di euro.
Il dato emerge dal "Rapporto Imu/Tasi 2019", elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil. «Il costo medio complessivo dell'Imu/Tasi su una seconda casa, ubicata in un capoluogo di provincia-spiega Ivana Veronese,Segretaria Confederale UIL sarà di 1.070 euro(535 euro da versare con la rata di dicembre) con punte di oltre 2.000 euro nelle grandi città». Prendendo in considerazione i costi dell'Imu/Tasi sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio sarà di 2.610 euro annui (1.305 euro per il saldo di dicembre), con punte di oltre 6 mila euro. Chi possiede una seconda pertinenza dell'abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) verserà l'Imu/Tasi con l'ali quota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro a saldo), con punte di 110 euro annui. La media dell'aliquota applicata per le seconde case tra Imu e Tasi ammonta al 10,4 per mille.
In molti Comuni (480 municipi di cui 18 città capoluogo di provincia) è in vigore "l'addizionale Tasi", fino a un massimo dello 0,8 per mille,introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l'ali quota fino all'11,4 per mille. In oltre 234 Comuni, quest'anno, le aliquote sono state riviste al rialzo, tra cui 4 città capoluogo di provincia (Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino).
In particolare, ad Avellino l'aliquota tra Imu e Tasi per le seconde case e altri immobili sale dal 10,5 al 10,6 per mille; a Torino alcune aliquote sono state modificate e, in particolare, l'ali quota sulle case affittate a canone concordato sale dal 5,75 al 7,08 per mille, mentre quella a canone libero dall'8, 6 al 9,6 per mille; a La Spezia, sempre sulle case affittate a canone concordato, l'aliquota sale dal 4,6 al 6 per mille; a Pordenone, sui negozi sfitti, l'aliquota sale al 10,6 per mille. Di segno opposto le scelte fatte a Firenze, Grosseto, Pavia, Lucca, Taranto, Biella, Vercelli dove le aliquote scendono.
Secondo i risultati del rapporto, al saldo di fine anno, i costi più alti in valore assoluto per una seconda casa di proprietà si registrano a Roma con 2.064 euro medi; Milano, con 2.040 euro; Bologna con 2.038 euro; Genova con 1.775 euro e Torino con 1.745 euro. Valori più "contenuti", invece, ad Asti, con un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro e a Sondrio con 674 euro. A Frosinone città il saldo di Imu/Tasi pesa sulle tasche dei contribuenti per 443 euro in media, per un totale proiettato sull'anno di 886 euro; per le prima case di lusso il saldo sta 1.206 euro di media, mentre il totale medio è di 2.411 euro Per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale a Roma si pagano mediamente 110 euro annui; a Milano 99 euro; a Bologna 96 euro; a Firenze e Napoli 95 euro. A Frosinone, sempre in ordine alle seconde pertinenze, si pagano 25 euro per una cantina, 89 euro per un box-posto auto con una media di 57 euro.
di: Pietro Pagliarella