La festa del Capodanno 2012. L'arrivo dei carabinieri, il ritrovamento di un grammo di canapa indiana e una serie interminabile di procedimenti, quasi tutti archiviati, tra tribunale di Frosinone, tribunale di Perugia e giudice di pace di Ceccano per un totale di sei diversi uffici giudiziari. La storia di M.L., 27 anni, di Villa Santo Stefano potrebbe essere tratta da un film. Se non fosse per un fatto. Ieri, il giudice monocratico del tribunale di Frosinone lo ha condannato a un anno e quattro mesi, pena sospesa, oltre al risarcimento del danno, da liquidarsi in sede civile, al carabiniere, che ha effettuato il sequestro, costituito parte civile attraverso l'avvoca to Rosario Grieco.

L'imputato, difeso dall'avvocato Mario Di Sora, si è professato innocente e anzi ha rivendicato un ruolo di parte lesa. Tutto nasce dalla perquisizione il 1 gennaio 2012 durante la festa di Capodanno in una casa di Villa Santo Stefano con sei ragazzi. Il carabiniere trova un grammo di canapa e chiama il collega. Il caso viene subito archiviato, ma nei confronti di M.L. si apre un procedimento davanti alla prefettura. Nel frattempo viene redatto un verbale di narcostest sulla sostanza. Verbale che l'imputato denuncerà come falso il 18 luglio 2013. Un altro procedimento si apre nei confronti dei carabinieri, che però viene archiviato, nonostante l'opposizione da parte di M.L.

L'atto di opposizione porta il gip a rimettere gli atti alla procura perché si indaghi contro di lui. Ma se a Perugia, nel procedimento che vede parte offesa l'ex procuratore De Falco, si conclude con un'archiviazione, quello con parte offesa il carabiniere, a Frosinone, finisce con il rinvio a giudizio e la condanna. In sede amministrativa, l'imputato ha ottenuto il riconoscimento delle proprie ragioni in tribunale.