Violenze anche davanti ai figli minori, anche quando la sua metà era in dolce attesa del loro secondo figlio. Minacce e umiliazioni costanti, fino a quell'ultimo episodio. Intollerabile. Poi la denuncia e l'allontanamento. Ora, di tutti questi presunti maltrattamenti, il cassinate dovrà risponderne ora davanti a un giudice: ieri il gup Scalera ha infatti deciso per il rinvio a giudizio del trentenne di San Giorgio a Liri, accusato di violenze inaudite nei confronti della ex compagna che si è costituita parte civile attraverso l'avvocato Gabriele Leone.

L'inferno, poi il coraggio
Quelle denunciate dalla giovane vittima sono violenze psicologiche e fisiche. In parte scaturite da una gelosia folle, in parte da una aggressività che non trova spiegazione alcuna. C'era, sullo sfondo, ancora quell'idea di padre-padrone, di uomo invincibile che può tutto e che non deve nulla a chi gli è accanto a tratteggiare i contorni di una storia tremenda, fatta di violenze indicibili, nate all'interno di una anonima casa di San Giorgio. Così, stando alle accuse, lui poteva tradirla liberamente durante la gravidanza del loro primogenito. E allo stesso tempo poteva picchiarla, nonostante il pancione (del loro secondogenito), persino davanti al piccolo erede.

In un'occasione avrebbe minacciato di morte lei e le amiche: intollerabile che lei uscisse da sola. In un'altra le avrebbe impedito di truccarsi. In un'altra ancora, durante un litigio, l'avrebbe scaraventata sul letto, facendola poi cadere a terra. E giù calci e pugni. Rompendole cellulare e pc per impedirle di chiedere aiuto. C'è voluto del tempo e tanto coraggio, ma alla fine la donna ha denunciato tutto ai carabinieri. Ha chiesto aiuto (ora si trova in una località protetta) ed è pronta ad affrontare il suo ex in tribunale. L'udienza è stata fissata a marzo prossimo.