I soldi della prostituzione di Frosinone finivano direttamente in Romania. Attraverso i canali di money transfer, i soldi guadagnati sfruttando il corpo di giovani ragazze attratte con il miraggio di un lavoro regolare finivano direttamente nel Paese d'origine della banda per investimenti soprattutto nel mercato immobiliare.

A stroncare il gruppo che operava sull'asse attrezzato tra Frosinone e Ferentino, ma anche in un appartamento nella zona di San Giuliano, erano stati i carabinieri del Nucleo radiomobile della compagnia di Frosinone nel 2015. Ieri la vicenda, per la quale ci sono state diverse code, sia per quanto riguarda lo sfruttamento della prostituzione in altri periodi antecedenti che per un regolamento di conti finito a colpi di pistola tra romeni e albanesi che avevano cercato di rompere il monopolio dei primi, è approdata sul tavolo del gup del tribunale di Frosinone. Il giudice Antonello Bracaglia Morante ha rinviato a giudizio otto imputati. Altri tre in precedenza avevano patteggiato rispettivamente a un anno e gli altri due a un anno e otto mesi.

I reati contestati al gruppetto, composto anche di due donne, nel periodo 2014-15, sono quelli di sfruttamento della prostituzione con l'aggravante di aver sfruttato più donne (19 in totale le vittime identificate dai carabinieri) e, in qualche caso, di aver usato violenza sulle stesse.

Mentre erano al "lavoro" sull'asse attrezzato, le ragazze erano controllate con frequenti passaggi auto da parte degli sfruttatori e al telefono. Venivano poi picchiate per consegnare la metà e, in qualche caso, l'intero incasso della giornata trascorsa in strada indipendentemente dalle condizioni climatiche.

Pioggia o sole, festivi o feriali non c'era giorno che veniva saltato. In un caso, a una ragazza erano stati sottratti tutti i guadagni, dai 700 ai 1.000 euro al giorno, facendole credere che, in un secondo tempo, avrebbe potuto trattenere con sé parte dei proventi, e che per lei era stata acquistata una casa in Romania. E ancora venivano denunce strumentali contro gli sfruttatori rivali per eliminare la concorrenza.

I romeni sono difesi dagli avvocati Salvatore Delle Femine, Christian Alviani, Marco Cianfrocca, Alessandro Loreto, Alessio Angelini e Marco Maietta.