Bollette idriche non recapitate, dopo Isola del Liri la protesta sale forte da Veroli. Su iniziativa del sindaco Simone Cretaro, il tema è stato affrontato alla prima riunione della nuova consulta d'ambito di Ato5. Dopo la conferenza dei sindaci del 10 ottobre che ha provveduto alle nomine, si sono riuniti i sindaci di Cassino, Veroli, Ceprano, Fiuggi, Pico, Sgurgola e, per i centri più piccoli, Castelnuovo Parano.
Non solo Veroli
«Avevo fatto una diffida e chiesto la convocazione d'urgenza della consulta d'ambito», spiega Cretaro. Nel corso della riunione sono stati discussi «i numerosi disagi derivanti dal disservizio, oltre alla questione relativa ai distacchi per gli utenti morosi», si legge in una nota della consulta, presieduta dal presidente della Provincia Antonio Pompeo.
Quest'ultimo ha evidenziato come, «oltre alla particolare situazione riscontrata a Veroli, la verifica sulla consegna delle fatture idriche e, su eventuali situazioni di criticità, debba essere estesa a tutti i comuni della provincia. Da parte sua, il gestore, presente alla Consulta, si è reso disponibile a vagliare le problematiche sollevate e a valutare le relative azioni da porre in essere, a cominciare con l'interruzione dei distacchi anche in concomitanza con le festività natalizie».
Peraltro si tratta dell'ultimo periodo nel quale ai distacchi sarà applicata la vecchia normativa. Dal 1° gennaio la procedura diventa più complessa: dopo aver contestato la morosità, andrà emesso un avviso bonario, quindi se la situazione persiste si potrà arrivare ma a determinate condizioni alla riduzione del flusso idrico. E, solo nei casi più estremi, procedere al distacco. Rispetto al passato il contratto non sarà chiuso e il contatore non sarà più rimosso. Il gestore idrico, per la corrispondenza con l'utenza si serve di un operatore privato, la Nexive. Che, in determinate situazioni può a sua volta avvalersi di altri soggetti. In caso di mancato recapito all'Acea Ato5 viene comunicato il reso con un report. Normalmente la corrispondenza che non si è potuto recapitare va al macero. Da Acea Ato5 ricordano che quando quest'estate si è verificato un problema analogo sulla consegna delle bollette agli utenti non si sono applicati la morosità e gli interessi. Per evitare inconvenienti simili, c'è la possibilità di attivare la bolletta telematica. Può capitare che in alcuni centri sia Poste italiane a consegnare le bollette per Nexive, ma in questo caso con la formula "posta massiva". Poste italiane non è tenuta a sapere il contenuto, quindi, argomenta, non le si può addebitare responsabilità per il recapito di bollette scadute.
La posizione di Nexive
A sua volta Nexive si difende affermando che «si è subito attivata per effettuare controlli approfonditi sui flussi di corrispondenza degli ultimi mesi in Ciociaria dove l'azienda opera per comprendere le effettive problematiche nel recapito. Le criticità emerse sono dovute a un processo di riorganizzazione in corso all'interno dell'azienda e delle filiali locali, alla conformazione del territorio e alla toponomastica non sempre chiara. Spesso, infatti, in queste zone mancano indicazioni chiare sulle vie e i numeri civici».
Nexive si dice «in contatto costante con Acea per risolvere i disservizi in corso e garantire ai cittadini gli standard qualitativi di efficienza che contraddistinguono l'operato dell'azienda.
Il servizio universale subentra nel recapito solo in quelle località non coperte dalla rete di Nexive. L'affido a Poste italiane è quindi a monte e del processo di recapito e mai a valle».
Cretaro soddisfatto
Il sindaco di Veroli Simone Cretaro parla «di un importante risultato che ha posto fine ad un comportamento che ha causato disagi e danni a numerosi cittadini incolpevoli.
Acea ha riconosciuto l'esistenza di problematiche relative alla ritardata o mancata consegna delle fatture, e, di conseguenza, l'incolpevole ritardo dei cittadini nei pagamenti».
Il sindaco enumera «qualche decina di casi di cui ho conoscenza diretta», riguardo ai distacchi per bollette non ricevute. E sgombra i dubbi sul fatto che, alla base del disservizio, possano esserci problemi di toponomastica. «Non è una giustificazione che può essere sostenuta - dice - Si tratta di rapporti vecchi, anche di quindici anni, per cui se l'anno scorso non c'era il problema della consegna, il problema è di quest'anno. Ma nel 2019 la toponomastica non è cambiata». (Ha collaborato Annalisa Pantone)