La scuola del futuro sarà presto realtà. E il modello Sora avrà molto da dire anche al resto del Paese. Sotto gli occhi del pubblico delle grandi occasioni è iniziata, ieri mattina, la fase di demolizione del mattatoio comunale. Giornata da incorniciare non solo per la città di Sora, ma per l'intero territorio, che ha visto la visita ufficiale dell'architetto e senatore a vita Renzo Piano e del suo gruppo di lavoro "G124" giunto nella città volsca peril taglio del nastro tricolore che ha ufficializzato l'apertura del cantiere di via Napoli.

Un deciso passo avanti per la realizzazione della scuola del futuro (otto classi), firmata dal celebre architetto Renzo Piano, il cui progetto è finanziato dal governo e da "Casa Italia".
Un cantiere che ha avuto un iter lungo e travagliato, subendo i freni della burocrazia e dei vari gradi di giudizio. Ieri era tutto alle spalle. Emozionato Roberto De Donatis. Il sindaco ha abbracciato simbolicamente, durante i saluti, il territorio rappresentato dalle istituzioni civili, militari e religiose .A seguire la cerimonia anche il prefetto Ignazio Portelli e numerose autorità. Immancabile il mondo della scuola e i volontari della protezione civile, oltre all'associazione nazionale carabinieri. Dal comune di Sora hanno seguito la cerimonia gli amministratori, i dirigenti, i ragazzi del servizio civile e gli instancabili operai. Il primo cittadino ha parlato poi di un fulcro nato intorno alla scuola innovativa, il cui seme piantato sta generando una vera rigenerazione urbana. La scuola, a firma del senatore Piano, rappresenterà un modello a cui fare riferimento per una nuova edilizia scolastica.

L'intervento di De Donatis
«Come uomo delle istituzioni sono grato al senatore Piano che dona alla nostra nazione delle gemme preziose, mentre come architetto è un orgoglio nazionale», ha esordito.
«Ringrazio il prefetto perché è un punto di riferimento imprescindibile per la nostra comunità. Ha tenuto sempre presente quello che accadeva in questa città».
De Donatis ha concluso facendo un focus sul rione Napoli, definendolo il più massacrato dopo il violento sisma del 1915 ed evidenziando l'attenzione che la sua amministrazione sta dedicando all'attività programmatica, ricordando l'avanzamento dei lavori in piazza XIII Gennaio e il progetto della cittadella della scuola, per l'ex Tomassi.

La commozione di Piano
«Sono commosso credevo di venire qui a buttare giù due muri. Grazie a tutti per questo sostegno - ha esordito l'archistar- È una cosa strana, dovete sapere.
A un certo punto della vita ti capita di essere fatto senatore a vita. Capita. E ti domandi cosa puoi fare. Abbiamo iniziato a lavorare su periferie, sisma, le scuole che sono una cosa fondamentale. L'Italia ha un'enorme tradizione educativa delle scuole, ma ha degli edifici pessimi purtroppo. Sora non sopporterà più un sisma come quello devastante di cent'anni fa, ma se dovesse accadere bisognerà pensare alla sicurezza dei bambini, l'energia deve proteggere». Piano descrivendo la sua scuola sostenibile ha spiegato che i più piccoli devono crescere con la consapevolezza della fragilità della terra. «Sora è in una zona sismica e Roberto Marino ha scelto questa città che abbiamo iniziato ad amare.
È nata qui l'idea di fare questa piccola scuola per duecentocinquanta ragazzi. È fatta di legno, un materiale rinnovabile. La scuola la vedrete presto, cominciamo presto».
«Vogliamo che sia bella, di una bellezza epidermica, non frivola, di una bellezza dello stare assieme e del crescere. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato a questa avventura: Maurizio Milan, Massimo Alvisi, Paolo Crepet, Franco Lorenzoni, Roberto Marino». E Piano, dopo aver lodato la caparbietà del sindaco, con ironia ha concluso, rivolgendosi al pubblico: «Siete talmente tanti che se ci date una mano la scuola la facciamo in qualche settimana».