La bonifica del centro Serapide riconsegna una quantità impressionante di siringhe usate e un degrado che fa spavento. Uno spaccato della città che non piace a nessuno, oggi più di ieri. I cittadini sono stanchi di denunciare gli accessi incontrollati di giorno e specialmente di notte all'interno del complesso ex Tomassi che, grazie al lavoro della società Ambiente Surl, si sta "spogliando" di tutta la vegetazione che prepotentemente avanzava lungo il perimetro dell'area.

In questi giorni di intenso lavoro per il personale della municipalizzata, passando intorno al "mostro", come è stato ribattezzato dai sorani per il suo aspetto sinistro, risalta in tutta la sua evidenza il totale stato di abbandono. Il sindaco Roberto De Donatis, con un'ordinanza del mese scorso, ha ritenuto necessaria una massiccia azione di pulizia dell'area e, al termine di questa, l'installazione di una nuova rete di protezione per scoraggiare i quotidiani accessi in un'area in cui è vietato entrare.

Se da una parte è vero che la pulizia la volevano tutti, specie i residenti che per anni si sono lamentati della presenza di topi nel quartiere attribuendo la colpa proprio alla sporcizia che il Serapide custodiva, dall'altra emerge una realtà fatta di storie di tossicodipendenza consumate all'ombra dell'ex Tomassi. Spaccio di droga, delinquenza, perfino gesti estremi: questo è il Serapide che ha sulla coscienza le vite spezzate prematuramente di due giovani che in quell'area abbandonata, al centro della città, hanno trovato la morte.

E mentre si spera di vedere una tangibile rigenerazione urbana interessare anche questa porzione di città, che più di altre aspetta un riscatto, dopo anni di abbandono, la desolazione del Serapide è sotto gli occhi di tutti. Le speranze dei cittadini sono nelle mani di progetti futuri che trasformino un luogo di morte in un centro di vita e di aggregazione.