Furbetti del cartellino negli uffici frusinati della Regione, l'accusa chiede una condanna e sette rinvii a giudizio. È l'esito dell'udienza di ieri davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante.

La giornata è stata dedicata all'audizione dell'unico teste indicato nell'ambito del procedimento che riguarda l'autista del dirigente. Questi, infatti, è stato chiamato a riferire sulle modalità di utilizzo del mezzo di servizio. A quel punto il gup ha invitato le parti a concludere, dando la parola al pubblico ministero Barbara Trotta. Il rappresentante dell'accusa ha chiesto una condanna a un anno e dieci mesi per il peculato contestato all'autista per l'improprio utilizzo come sostiene la procura del veicolo, utilizzato anche per ragioni personali. Passando ad analizzare le posizioni degli altri sette dipendenti della struttura di via Veccia, tutti accusati di truffa, ne ha chiesto il rinvio a giudizio. A quel punto, l'udienza è stata chiusa con rinvio a gennaio per le difese e la decisione.

I fatti contestati agli otto impiegati negli uffici decentrati dell'area Agricoltura, vanno da giugno a luglio 2016. L'inchiesta è stata condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Frosinone. Secondo quanto ricostruito, i dipendenti finiti sotto accusa avrebbero timbrato il cartellino per poi assentarsi dal lavoro. Così facendo, sostiene la procura, avrebbero indotto in errore la Regione sulla «effettiva presenza al lavoro come risultante dalle timbrature, non risultando autorizzato nei giorni ed orari ad alcun servizio esterno».  L'ingiusto  profitto è dato dalla retribuzione ricevuta «per i giorni e le ore con correlativo danno in capo alla Regione Lazio».

All'autista del dirigente della struttura, invece, è stato contestato il peculato per l'utilizzo a fini personali dell'auto di servizio. Gli otto sono due di Ferentino e gli altri di Cassino, Alatri, Sora, Patrica, Vallecorsa e Segni. L'inchiesta è stata condotta con le telecamere piazzate nei punti strategici dell'ufficio, soprattutto vicino al marcatempo. Dall'analisi di oltre quattromila ore di video, comparate con il marcatempo sono state fatte le contestazioni. Gli otto sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Vincenzo Galassi, Marino Iacovacci, Massimo Meleo e Nicola Ottaviani