Trentacinque anni di attività in oltre 70 paesi in tutto il mondo, con impegno costante per garantire soccorso sanitario ed assistenza medica, questo e molto altro è "Medici senza Frontiere".

Ma prima della missione resta la formazione, e per questa tappa autunnale di ricognizione l'organizzazione ha scelto Veroli. Uno dei tre incontri annuali promossi dalla sede italiana della Ong, si è tenuto nelle giornate di giovedì e venerdì proprio nel borgo ernico, nella suggestiva cornice del Monastero di Sant'Erasmo.

A partecipare al meeting dal sottotitolo "sviluppo delle competenze", 40 tra operatori e formatori. Un gruppo organico, composto da professionisti del settore medico, quali medici, anestesisti ed infermieri ma anche addetti alla logistica e alla manutenzione: perché per portare cure è necessario oliare la macchina organizzativa che le garantisce. Scopo dell'appuntamento, il confronto tra attivisti, attualmente non impegnati all'esterno, e la squadra delle risorse umane con base a Roma.

Tavoli di lavoro e momenti di condivisione collettivi spalmati su 24 ore per raccogliere report delle esperienze vissute, delle criticità riscontrate e delle migliorie necessarie per le nuove esperienze. Feedback essenziali per ottimizzare il lavoro futuro degli operatori e supportarli nella crescita lavorativa ed emotiva, viste le aree a rischio dove si trovano ad intervenire.

Solo lo scorso anno dal nostro paese sono partiti 488 nuovi operatori, selezionati sulla base di requisiti minimi, come la conoscenza di almeno due lingue straniere, e valutati su aspetti soggettivi e psicologici non di minor valore. La scelta di Veroli come location è stata sostenuta e perorata da Elisenda, spagnola di nascita e verolana d'adozione, da un decennio impegnata con medici senza frontiere.

Da tempo, l'organizzazione predilige piccoli centri alle grandi città come sede dei meeting, per favorire il ricircolo della microeconomia locale e per sostenere enti, associazioni di carattere religioso e non, impegnate nel sociale. Nessun posto migliore dunque, se non il Monastero di Sant'Erasmo, luogo simbolo del borgo e testimone di bellezza e valori di solidarietà.