Screditavano i professionisti davanti ai clienti, si presentavano a casa e chiedevano soldi o regali per sbloccare le pratiche catastali. È questo il modus operandi ricostruito dai carabinieri della compagnia di Frosinone, guidati dal colonnello Fabio Cagnazzo, nell'inchiesta "pesce giallo" che ha portato ai domiciliari tre dipendenti dell'Agenzia delle entrate ufficio del territorio di Frosinone. Si tratta di Andrea Cristini, responsabile dell'unità servizi catastali in front office, 52 anni, residente ad Alatri, e dei dipendenti Domenico Carnevale, 51, di Pico, residente a Frosinone e Carlo Mastroianni, 58, di Monte San Giovanni Campano.

Sono dieci i casi contestati a Cristini (otto di concussione e due di corruzione) per i quali il gip Antonello Bracaglia Morante ha disposto la misura restrittiva nonché il divieto, per un anno, dall'esercizio di un pubblico ufficio (misura quest'ultima estesa anche agli altri due). Quanto a Carnevale la misura è stata adottata per quattro casi di concussione (durante l'indagine è stato, infatti, trasferito a seguito del ritrovamento di 50 euro nell'ufficio) e a Mastroianni per undici episodi di cui sette per corruzione, tre per concussione, uno per abuso d'ufficio e uno per truffa (contestata insieme alla concussione). La condotta, «connotata da tale illecita finalità comune», scrive il gip nell'ordinanza di custodia, richiesta dal pm Adolfo Coletta, «viene adattata e plasmata volta a volta alla particolarità delle situazioni e seguendo le esigenze dell'utente, professionale o privato, denotando così una callida e risalente abitudine di tali impiegati ad "arrotondare a 360°" la loro retribuzione nella forma ogni volta più funzionale allo scopo perseguito».

L'inchiesta è nata dalla denuncia di un geometra di Alatri, il quale, lo steso giorno in cui aveva presentato una pratica per il catasto si vede piombare a casa secondo quanto ricostruito dall'accusa Carnevale e Mastroianni che gli chiedono «espressamente 500 euro a testa per risolvere la pratica». Il professionista prende tempo, ma successivamente subirà forti pressioni («facciamo le persone serie... e vedi quello che devi fare... altrimenti la pratica non si conclude»). Peraltro lo stesso geometra riceve una di queste telefonate perfino quando si trova negli uffici dei carabinieri per formalizzare la querela. Il gip rileva come le intercettazioni siano emblematiche. Ce n'è una che riporta l'ordinanza tra Carnevale e la compagna. Il primo dice: «ti ricordi quel tecnico... praticamente ci doveva dare 500 euro...a me e 500 euro a lui».

Quindi insiste: «dice sempre domani, volevamo andare a casa». E la donna: «embè, andateci no? Approfitta». In un'altra intercettazione i due parlano del tecnico dopo un colloquio con lo stesso. Domenico: «tu dici che quello s'è impaurito?».
Carlo: «Penso di sì». Ancora Carlo: «Se fa l'i ndiano ancora bisogna fare qualche trabocchetto». E Domenico di rimando: «No non dobbiamo andarci più perché questo ci denuncia se no ci mettiamo in mano agli zingari». La figura di Cristini, invece, emerge in un secondo momento delle indagini. Anche qui nasce tutto dalle intercettazioni in casa, in ufficio e sulle auto (la Jaguar di Cristini, la Bmw di Carnevale e la 156 di Mastroianni). Il gip ne descrive le «subdole modalità concussive con cui...è aduso, da svariati anni, a relazionarsi con i tecnici che praticano professionalmente l'ufficio».

Per l'accusa circuisce «sistematicamente gli utenti professionali del suo ufficio, costringedoli a versare a seconda dei casi ogni tanto o a cadenza periodica, magari in corrispondenza delle feste denaro contante o beni in natura per "poter lavorare senza problemi"». A un certo punto lo stesso Cristini sembra farsi più cauto e dice a un tecnico che lo chiamava sul cellulare: «Chiami al telefono dell'ufficio... non a questo». Ciò avviene dopo il ritrovamento delle 50 euro nell'ufficio, costato il trasferimento di Carnevale. Il quale più volte contatterà via sms il suo capo, «chiedendogli ricostruisce il gip di poterlo aiutare a tirarlo fuori dalla situazione in cui si era cacciato, unitamente al Mastroianni». E qui il Cristini, stando all'accusa, si sarebbe adoperato «in prima persona si legge nell'ord inanza per cercare di scongiurare pesanti conseguenze al Carnevale, non riuscendo tuttavia ad evitare il suo trasferimento ad altro incarico, poi disposto d'ufficio dalla dirigente». Lunedì, intanto, dovrebbero cominciare gli interrogatori degli indagati, difesi, tra gli altri, dagli avvocati Marco Maietta e Nicola Ottaviani.