«Non ci saremmo fermati mai fino a quando non sarebbe venuta fuori quella verità che noi già sapevamo», con queste parole la madre di Stefano Cucchi ha accolto la sentenza arrivata ieri nel tardo pomeriggio che vede condannati i carabinieri ritenuti responsabili del pestaggio del figlio. La sentenza emessa dai giudici della Corte d'Assise di Roma ha condannato a dodici anni di reclusione Alessio Di Bernardo, militare che ha prestato servizio nella Compagnia di Cassino per dieci mesi fino alla sospensione nel febbraio del 2017, e Raffaele D'Alessandro per omicidio preterintenzionale. Assolto dall'accusa di omicidio Francesco Tedesco, l'imputato-accusatore che con le sue dichiarazioni ha fatto luce sul pestaggio subito da Stefano Cucchi in caserma la notte del suo arresto, a suo carico rimane solo la condanna a 2 anni e sei mesi per falso. Stesso reato che viene contestato a Roberto Mandolini, comandante interinale della stazione Appia: 3 anni e otto mesi. Assolti, invece, Vincenzo Nicolardi e Tedesco e Mandolini dall'accusa di calunnia.

La corte ha disposto il pagamento di una provvisionale di 100.000 euro ciascuno ai genitori di Cucchi e alla sorella Ilaria. Di Bernardo, D'Alessandro, Mandolini e Tedesco, a vario titolo, dovranno risarcire, in separato giudizio, le parti civili Roma Capitale, Cittadinanzattiva e i tre agenti della polizia penitenziaria e intanto sono stati condannati al pagamento delle loro spese legali per complessivi 36.500 euro. Di Bernardo e D'Alessandro sono stati inoltre interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, mentre un'interdizione di cinque anni è stata disposta per Mandolini. Il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Giovanni Nistri, ha espresso vicinanza alla famiglia Cucchi: «Traditi i valori dei carabinieri che rischiano la vita. Il padre di Stefano: «Non volevamo un colpevole, volevamo i veri colpevoli. Adesso Stefano potrà riposare in pace, dopo dieci anni». Otto ore di camera di consiglio per la sentenza di primo grado. Le difese già annunciano ricorso in appello. Dopo la sentenza, un carabiniere commosso ha fatto il baciamano a Ilaria: «L'ho fatto perché finalmente dopo tutti questi anni è stata fatta giustizia»