Nella giornata di ieri, il corpo di Michela Rezza, 30enne di Frosinone, è stato ritrovato senza vita nell'alveo del fiume Cosa, nel comune di Alatri. I carabinieri del Cdo Prov di Frosinone non hanno trascurato alcuna pista, facendo fin dalle prime battute perquisizioni e sentendo diverse persone per ricostruire gli ultimi giorni di vita della donna. Sul posto sono intervenuti anche il medico legale e il sostituito procuratore, dr. Misiti che ha disposto l'autopsia del cadavere. Autopsia che è stata seguita nel pomeriggio odierno e ha escluso qualsiasi possibile azione dolosa. Il fascicolo risulta ancora aperto per omicidio. 

Un cadavere e mille misteri. E così la città ripiomba in un clima che pensava di aver dimenticato. Al momento non c'è certezza sulle cause ma l'ipotesi dell'omicidio non viene scartata dagli inquirenti. Seminuda e con una ferita sopra l'arcata sopraccigliare sinistra. È stata trovata così Michela Rezza, una giovane donna di trentasette anni originaria di Frosinone.

Con sé non aveva alcun documento di riconoscimento. Gli investigatori sono risaliti alla sua identità in base ad alcune testimonianze ed anche grazie alla denuncia di scomparsa presentata nella mattinata di ieri, come confermato dal comando provinciale dei carabinieri.

Michela era molto conosciuta a Frosinone, dove ha abitato per diversi anni nel quartiere di Corso Lazio. Una ragazza solare, allegra, sorridente, ma con un passato alle spalle difficile. Girava per le strade del capoluogo con il suo inseparabile Scarabeo rosa. Era difficile non notarla, ed era anche molto tifosa del Frosinone Calcio.

La perdita della mamma, avvenuta qualche anno fa, l'ha segnata profondamente. La notizia della sua morte, ma soprattutto la modalità in cui è stata ritrovata, ha destato molto stupore tra la popolazione di Facebook. Messaggi di cordoglio ma anche molta incredulità.

Gli inquirenti ora stanno cercando di ricostruire, in base alle testimonianze, le ultime ore di vita della ragazza. Attorno alla sua morte aleggiano infatti molti misteri.

Per questo nessuna ipotesi è stata tralasciata dagli investigatori. Non è esclusa neanche la pista dell'omicidio su cui chiarirà, oltre agli interrogatori, anche l'autopsia. Una storia che ha scosso la locale comunità della periferia alatrense, quella del triangolo Sant'Emidio, Basciano e Pignano, l'area territoriale dove gravitava ultimamente la donna.

Una storia dai mille interrogativi e che ha visto impegnati i militari per l'intera nottata alla ricerca di elementi utili per chiarire cosa possa essere accaduto. Un'indagine serrata che non sta tralasciando alcun elemento.

di: La Redazione

Sepolta dalle foglie, seminuda e con una ferita alla testa. Così ieri pomeriggio, lungo le sponde del fiume Cosa in zona Sant'Emidio, è stata trovata Michela Rezza, trentasettenne originaria di Frosinone e da tempo residente nella vicina zona di Pignano, distante poche centinaia di metri in linea d'aria, insieme al compagno.

A fare la macabra scoperta è stato un giovane fungaiolo che, passando lungo il corso d'acqua, ha notato qualcosa di strano. Così ha deciso di abbassarsi e, rovistando tra le foglie, si è trovato davanti agli occhi il corpo senza vita di Michela. Per il ragazzo sono stati secondi interminabili. Poi, quando ha realizzato ciò che aveva visto, ha subito chiamato i carabinieri aspettandoli sul ciglio della strada, via San Pancrazio, arteria che poi si collega alla contrada Mole Bisleti.

Il corpo della donna era distante circa settanta metri. Immediatamente nella zona sono giunti i carabinieri della locale compagnia agli ordini del maggiore Argirò. Poco dopo anche i vigili del fuoco e i mezzi dell'Ares 118, con questi ultimi che non hanno potuto far altro che certificare il decesso. Vista comunque la dinamica e i mille misteri, data anche la ferita al capo, l'area è stata subito interdetta e l'ingresso al punto dove è stato trovato il corpo della donna è diventato off-limits.

Poco dopo sono giunti il medico legale e anche il sostituto procuratore Vittorio Misiti che ha avviato le prime indagini. Il magistrato dopo le 19 è andato via e sono state effettuate le operazioni di recupero della salma da parte dell'impresa "Baldassarre".

Gli addetti si sono recati sul luogo del ritrovamento e, accompagnati dai carabinieri e dai vigili del fuoco, hanno prelevato il cadavere, trasportandolo all'obitorio di Frosinone.

Nel frattempo, visto che subito è apparso tutto molto strano, sono scattate le prime indagini. I carabinieri, dopo essersi recati nell'abitazione della donna, hanno iniziato ad ascoltare le persone a lei più vicine, a partire proprio dal compagno. Ovviamente alla presenza del magistrato Misiti. Gli inquirenti hanno cercato di ricostruire, in base ai racconti, le ultime ore di vita di Michela.

È stata una lunga nottata in caserma anche perché attorno alla morte della donna aleggiano molti misteri. Per questo nessuna ipotesi è stata tralasciata dalle forze dell'ordine. Compresa quella dell'omicidio su cui chiarirà, oltre agli interrogatori, anche l'autopsia.

di: Massimiliano Pistilli