C'è grande attesa per i dettagli del futuro piano di fusione tra Fca e Psa e, nel frattempo, lo stabilimento di Cassino a marchio Alfa Romeo fa i conti con il ridimensionamento del Biscione. Ma la partita del futuro è tutta da giocare. Seppur in fretta perché il mercato corre veloce e l'indotto soffre.

Fca ha ufficializzato ieri il nuovo piano industriale di Alfa Romeo confermando una riduzione degli investimenti per il marchio e una razionalizzazione della gamma. Il brand continuerà a conservare la sua impronta premium e non andrà a sovrapporsi con gli altri brand del gruppo: in particolare con Maserati, considerando che a Cassino arriverà proprio il Levantino del Tridente. I risultati poco soddisfacenti del marchio italiano, che a Cassino hanno causato circa cento giorni di cig nel 2019, sono così stati commentati da Mike Manley, Ad di Fca: «Non sono felice della performance di Alfa Romeo ma resto convinto della sua forza».

Secondo il manager, inoltre, il marchio «potrà tornare redditizio, anche se un ulteriore sviluppo dipenderà dai risultati». Secondo gli analisti, però, «le scarse performance di Alfa sono legate ai pochi investimenti di Fca che ha scelto di non accelerare sul progetto Tonale, un modello che, nonostante derivi dalla Compass, arriverà sul mercato soltanto tra più di un anno».

Venendo a Cassino si sottolinea come dopo il lancio dello Stelvio (presentato a fine 2016 e lanciato nel 2017) Fca non abbia praticamente presentato nulla per Alfa Romeo al netto di un piccolo aggiornamento per la Giulietta (il Model Year 2019 presentato nel febbraio di quest'anno). Adesso, secondo i nuovi piani di Fca, la gamma Alfa Romeo nel 2022 sarà composta da Giulia e Stelvio in versione aggiornata con un restyling di metà carriera che dovrebbe portare con sé consistenti novità, soprattutto agli interni e al livello tecnologico delle vetture, e il lancio delle versioni mild hybrid con un aggiornamento anche per la gamma di motorizzazioni. Oltre ai due modelli di segmento D ci saranno altri due Suv, il Tonale, di segmento C e con una variante Phev, e l'inedito Suv di segmento B che sarà anche elettrico a zero emissioni (Bev). Ma nessuno di questi sarà prodotto a Cassino. La terza vettura prodotta in terra nostrana, anzi, scomparirà: stiamo parlando ovviamente di Giulietta.

Tornando alla fusione con Peugeot, si registra un certo ottimismo da parte dei sindacati dopo aver inizialmente guardato con scetticismo all'operazione.
«Devono esserci piani che prevedano sviluppo e non riorganizzazione e sacrifici per gli stabilimenti italiani», ha dichiarato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.
D'accordo all'operazione Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, che però ricorda «le priorità sono rilanciare sviluppo e produzione in Italia e tutelare l'occupazione».

Per il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo, non c'è da preoccuparsi. «Il possibile accordo tra Fca e Psa apre scenari positivi per l'utilizzo delle tecnologie.
Se e quando si farà vedremo le conseguenze, quando c'è crescita non ci possono essere preoccupazioni». La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, è ancora più netta: «Siamo davanti a una operazione importante per l'azienda e per il Paese». Reazioni anche dai sindacati cassinati tra ottimismo e perplessità.

All'operazione è giunta anche la benedizione dei sindaci del territorio Salera e Ferdinandi, mentre la consulta ha chiesto un incontro al Ministero per avere certezze sul 2020 che si annuncia ancora all'insegna della cig e senza un nuovo modello. Reggeranno le aziende dell'indotto della provincia in un anno di ulteriore attesa? Il futuro sembra ancora lontano...