Un monito duro, forte, convinto ai giovani che trascorrono la propria vita davanti ai bar senza una prospettiva. Un appello a quei ragazzi che ritengono importante e determinante avere un cellulare di ultima generazione.

Proprio a loro si è rivolto il sindaco Anselmo Rotondo dal palco allestito in piazza IV Novembre invitandoli con forza a lasciare gli iPhone per riscoprire la vita, la storia… la memoria. Un appello arrivato nel corso della commemorazione per il settantaseiesimo anniversario dalla distruzione della città.

Era il primo novembre del 1943, un giorno di festa, di mercato. Un momento di condivisione e convivialità per l'intera popolazione che si era ritrovata nel giorno di Ognissanti. Tanti coloro che si trovavano nella basilica cattedrale di San Bartolomeo dove si stava tenendo la funzione religiosa in occasione della giornata di festa. Ma in pochi istanti tutto è cambiato. La festa si è trasformata in tragedia con un bombardamento che ha raso al suolo la città. Morte e distruzione furono ciò che rimasero di quella giornata di festa. Decine e decine le persone che persero la vita in quel bombardamento: bambini, donne, anziani e uomini.

Ieri mattina erano tante le persone intervenute per la celebrazione. Molte anche le istituzioni: dal consigliere dell'ambasciata canadese in Italia Marx-André Jacques alla Provincia di Frosinone rappresentata dal consigliere Gioacchino Ferdinandi fino ai sindaci del territorio. Una cerimonia che ha visto la presenza di cittadini, bambini delle scuole elementari, ma di pochissimi giovani.

Ed è proprio a loro che si è rivolto il sindaco Rotondo. Un intervento forte e preciso con cui ha esortato le nuove generazioni a riscoprire la memoria: «Il rispetto per gli altri è una chiara determinazione a mettere in pratica il valore della pace nella vita quotidiana. Il modo migliore per farlo è la memoria, che non è un fatto privato.

Lo dico soprattutto a quelle giovani generazioni che sostano continuamente davanti i bar, a quelli che frequentano altri ambienti e si arricchiscono solo di cellulari e tablet. La memoria non è solo un fatto privato e privatistico. Dove sono i giovani? Questo è il mio grido d'allarme, il mio monito alla città. I giovani non possono e non devono dimenticare». Poi ha annunciato che proseguirà la battaglia intrapresa sin dall'insediamento. «Continuerò a interfacciarmi con il ministero dell'Interno affinché Pontecorvo abbia la medaglia d'oro. Un atto che merita».