Nove patteggiamenti e sette rinvii a giudizio. È quanto ha deciso il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone Ida Logoluso in un procedimento per spaccio di droga ad Anagni. I fatti, relativi a ipotesi di spaccio, quasi esclusivamente di modiche quantità, di cocaina, hashish e marijuana, sono risalenti al 2017.

Dopo aver ottenuto l'ok del pubblico ministero Alessandro Di Cicco, il gup ha stabilito pene da un minimo di otto mesi a un massimo di un anno e dieci mesi. Un anno e dieci mesi è la pena concordata con Enrico Paolotti,25, di Paliano, Anass Aatata, 23, di Anagni, (per entrambi era contestato anche lo spaccio di cocaina anche a minori) e poi un anno e otto mesi per Alessandro Tafa, 22, di Anagni, un anno e quattro mesi per Ibrahim Cena, 20, di Anagni. E ancora un anno per Matteo Moro, 23, di Anagni, Anthony Cipriani, 25, di Anagni, Silvio Furini, 21, di Anagni. Infine, otto mesi è la pena concordata da Yari Bianchi, 21 anni, di Ferentino e Aurel Shitaj, 23, albanese residente ad Anagni.

Per tutti pena sospesa, essendo stata applicata l'ipotesi dello spaccio di lieve entità. Hanno scelto, invece, di andare a giudizio, che inizierà il 28 febbraio davanti al collegio penale di Frosinone, gli altri sette indagati. Si tratta di Emanuele Boschi, 22, di Anagni, Bernato Doda, 27, albanese, residente ad Anagni, Leon Kalenga Kanokonde, 30, congolese, residente ad Anagni, Emanuele Yuri Magnante, 22, di Alatri, Matteo Prali, 29, di Anagni, Taulant Tafa, 21, di Anagni, e Maurizio Vashey, 68, di Anagni.

Sono difesi dagli avvocati Antonio Grillea, Daniele Mieli, Francesco Galella, Riccardo Coppotelli, Marco Maietta, Emiliano Caperna, Alessio Caperna, Daniele Natalia, Simone Galluccio, Giampiero Vellucci e Alessandra Vari.

In alcuni casi, la procura ha contestato ipotesi di spaccio anche tra gli stessi soggetti indagati. In altri casi sostanza e quantitativi non sono stati precisati. Un'ulteriore ipotesi di reato è l'estorsione contestata a Doda per aver costretto con minacce un acquirente a saldare il debito. Dalle indagini sono emerse cessioni abituali, anche tutte le settimane a clienti fidelizzati. E ancora per l'accusa la droga era nascosta nel monumento ai caduti di piazza Cavour.