L'inchiesta sui rifiuti che ha travolto la Tac Ecologica è finita. Ai quindici indagati i pm Vittorio Misiti e Barbara Trotta hanno recapitato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. L'inchiesta, condotta dai carabinieri forestali, ruota sulla figura dell'ex amministratore della Tac Ecologica, il verolano Alfredo Coratti che ha ottenuto di lasciare il carcere per gli arresti domiciliari. La Tac Ecologica, amministrata da un commissario giudiziario venerdì ha interrotto i rapporti con i dieci comuni che serviva.

A Coratti e Lucio Giuseppe Formaggi, assessore i Lavori pubblici a Sgurgola, è contestata la corruzione in relazione ai solleciti dei mandati di pagamento alla Tac Ecologica in presenza, sostiene l'accusa, «di sanzioni irrogate» che «avrebbero dovuto essere scorporate dal pagamento». E per essere Formaggi intervenuto «al fine di non far riscuotere le sanzioni relative alle contestazioni ricevute». Contestati l'aver avvertito Coratti di un controllo della polizia locale sulla raccolta dei rifiuti e l'aver ottenuto l'assunzione alla Tac di persone segnalate. Il tutto tra febbraio 2017 e ottobre 2018. Stessa accusa di corruzione per Coratti e il sindaco di Sgurgola Antonio Corsi su un mandato di pagamento di 40.709 euro (pur in presenza di sanzioni irrogate) e per aver ottenuto il primo cittadino sostiene l'accusa l'assunzione di una persona segnalata. Sempre corruzione è contestata a Coratti e Giovanni Luciano Bellardini, capo dell'ufficio tecnico del Comune di Sgurgola, sempre in relazione al pagamento delle fatture alla Tac Ecologica e sempre di fronte a contestazioni che avrebbero imposto la decurtazione dell'importo.

Contestato pure il mancato avvio della risoluzione del contratto. Secondo l'accusa il capo dell'ufficio tecnico avrebbe ricevuto da Coratti lo smaltimento di rifiuti, facendoli passare come effettuati per conto dell'ente, che doveva smaltire la Biemme srl, società di cui amministratore di fatto è lo stesso Bellardini e il figlio Mattia legale rappresentante.
A Coratti, Luciano Bellardini e Loreto Coratti, dipendente della Tac, è contestata la truffa per la firma di Bellardini per il Comune come produttore di rifiuti, materialmente prodotti da un cliente della Biemme. Ad Alfredo Coratti e all'avvocato Filiberto Abbate si contesta il traffico di influenze illecite in quanto -sostiene l'accusa- il legale, rappresentante dell'ente, si sarebbe fatto dare da Coratti un'Apecross «al fine di non far pagare alla Tac Ecologica le sanzioni per i disservizi irrogate dal Comune» nell'aprile del 2017 e 2018. Contestato a Bellardini e al proprio medico Lorenzo Spaziani «una certificazione medica falsa» per giustificare l'assenza dal lavoro.

Tra le accuse la tentata turbativa d'asta (a Coratti e Marco Clemenzi) per far rinunciare alla ditta che se l'era aggiudicato il servizio di raccolta rifiuti a Trevi nel Lazio.
A Tonino Ranelli, funzionario del Comune di Anagni, e ai due Bellardini contestato l'abuso d'ufficio e il falso sull'affidamento, «senza svolgere alcuna previa indagine di mercato» della disinfestazione alla Biemme. Ai due Bellardini e al sindaco di Anagni Daniele Natali contestata la corruzione per l'affidamento di lavori alla Biemme «in violazione delle norme di legge in materia di tutela della concorrenza» con l'ottenimento di un'assunzione alla Biemme di un amico del sindaco. Contestata la corruzione a Luciano Bellardini, all'ex dipendente Asl Domenico Spaziani e a Paola Morgia della Biemme per il pagamento alla Biemme per il servizio di potatura «non prevista nella determina di affidamento».
Al dipendente del Comune di Sora Giuseppe Lauro e alla legale rappresentante della Cogen Veronica Valeri è contestata la turbativa d'asta per l'affidamento di lavori di pulizia sul fiume Liri. Fin qui le contestazioni dell'accusa che le difese (avvocati Mario Pinchera, Giampiero Vellucci, Mario Di Sora, Mario Cellitti, Domenico Marzi, Vincenzo Pastorino, Antonio Grillea, Vincenzo Galassi, Alessandro Diddi e Daniele Mieli) intendono contestare con memorie o con gli interrogatori per giustificare il comportamento degli indagati.