Certosa di Trisulti, svolta della diocesi. Dopo l'annullamento ministeriale della gestione alla "Dignitatis Humanitas Institute" della Certosa di Trisulti ufficializzato nelle settimane scorse, a seguito di forti proteste, interrogazioni parlamentari, la diocesi Anagni-Alatri vuole dire la sua. La richiesta è stata formalizzata nel rispetto di quelle che saranno le procedure che il ministero vorrà percorrere per la futura gestione. È lo stesso vescovo Lorenzo Loppa a manifestare questa volontà. Un desiderio nel rispetto spirituale del luogo che si spera venga preso in considerazione dalle istituzioni.

«Come Diocesi – ricorda Loppa – abbiamo tirato un sospiro di sollievo alla notizia dell'annullamento della gestione alla "DHI". Per questo ora chiediamo al ministero se anche noi possiamo avere la possibilità, insieme ad altre istituzioni, che ci venga affidata. Muoveremo passi in questo senso». E i passi sono stati già mossi. Il vescovo è cauto. «È chiaro che non c'è alcun diritto, alcuna prelazione, però vogliamo essere considerati alla stessa stregua di altre istituzioni e gruppi. La certosa è un bene per tutti e da ottocento anni è un faro di preghiera, spiritualità, umanità e vita. E vogliamo che attraverso una famiglia religiosa e possibilmente attraverso una dimensione monastica riprenda vigore e slancio la sua testimonianza. E la Diocesi è pronta a custodire questo messaggio, se il ministero crederà bene e opportuno accogliere la nostra proposta».

La diocesi quindi si mette a disposizione. Anche se per i tempi occorrerà attendere l'esito del ricorso al Tar che la "DHI" attraverso i suoi legali, vicina a Steve Bannon che voleva realizzare una scuola sovranista, sta preparando. Dopo la revoca comunicata e notificata dal ministero ci sono sessanta giorni per presentarlo e l'impressione che i tempi non saranno celeri. La diocesi, però, questa volta vuole dire la sua sulla futura gestione.