Crollano i permessi di soggiorno per i cittadini extracomunitari in Ciociaria. In tre anni, infatti, il numero dei permessi di soggiorno è diminuito da 9.563 unità del 1 gennaio 2016 ai 6.684 del 1 gennaio 2019. In pratica si sono persi poco più di 2.800 permessi, con una contrazione in termini percentuali del 43%.

Il bilancio nazionale
Un fenomeno generalizzato in tutta Italia. Nel 2018, ricorda l'Istat nel report sui cittadini non comunitari, in Italia si registra il 7,9% in meno rispetto all'anno precedente. Negli ultimi dodici mesi si è registrata una contrazione significativa dei permessi per asilo politico (-42%), mentre crescono quelli per lavoro (+20%) e per motivi di famiglia (+8%). «I cittadini non comunitari in Italia continuano comunque ad aumentare, anche se di poco -si legge nella pubblicazione- al 1° gennaio 2019 sono 3.717.406 (3.714.934 nel 2018). Nonostante l'aumento dei flussi in ingresso prosegue il calo delle collettività storiche provenienti da Marocco e Albania a seguito, soprattutto, delle acquisizioni di cittadinanza».
Ma sono in calo anche le acquisizioni di cittadinanza. «I cittadini stranieri che nel 2018 hanno acquisito la cittadinanza italiana sono 112.523, di cui 103.478 originari di un Paese non comunitario -scrive l'Istat- Rispetto al 2017, si è registrata una flessione del 23,8%, in controtendenza rispetto alla continua crescita degli ultimi anni, che ha riportato il valore su un livello vicino a quello del 2013».

In provincia
Tornando alla Ciociaria, al 1 gennaio 2019, gli extracomunitari presenti in provincia di Frosinone per lavoro erano 1.478. Tre anni fa erano addirittura 3.781, la contrazione è dunque del 61%.
Quasi dimezzati i permessi di soggiorno per motivo di famiglia, da 3.975 a 2.201, meno 44,6%. Al contrario aumentano decisamente le presenze sul territorio provinciale per motivi d'asilo o umanitari.
Ora sono 2.407 contro i 658 di tre anni fa con una crescita del 266%. Quasi raddoppiati anche i permessi per motivi di studio anche se sono solo 344, rispetto ai 184 di tre anni fa. Al 1 gennaio 2019 le presenze degli extracomunitari in Ciociaria rivelano che, per motivi di lavoro, arrivano quasi esclusivamente uomini (1.088 contro 390), così come i richiedenti asilo (2.174 maschi e 233 femmine).
Al contrario quando si tratta di portare avanti i ricongiungimenti familiari le donne (1.447) sono il doppio rispetto agli uomini (754). Anche tra chi arriva per motivi di studio si ha una prevalenza della presenza femminile (185 contro 128). Secondo l'Istat nel 2018 si sono registrati 15 ingressi per motivi di lavoro con permesso fino a 6 mesi, altrettanti con permesso da 6 mesi a 12 mesi e uno appena con una validità oltre l'anno. Per motivi di famiglia 35 hanno ottenuto un permesso di 6 mesi, 188 fino a un anno e 193 oltre i dodici mesi.

Facendo un confronto con le altre province del Lazio, in tre anni i permessi rilasciati agli extracomunitari sono passati da 22.815 a 14.116 a Latina (-38%), da 12.604 a 6.867 a Viterbo (-45%) e da 5.820 a 3.867 a Rieti (-33%). A Roma la diminuzione si è attestata al 48%. Dopo Roma e Viterbo, la Ciociaria fa registrare la terza diminuzione più consistente del Lazio.

Le nazionalità
Sempre secondo dati Istat, elaborati da Tuttitalia, in provincia di Frosinone al 1 gennaio 2018 la presenza straniera in Italia si è attestata a 25.288 unità. Prevalgono gli europei (9.265 romeni, 3.542 albanesi, 1.088 ucraini, 528 polacchi e 490 bulgari). Resta consistente una delle prime comunità a insediarsi in Ciociaria, la marocchina che vanta 2.095 appartenenti contro gli 808 nigeriani e i 417 egiziani per restare in Africa. Più contenute le comunità provenienti dagli altri continenti. Si segnalano 200 brasiliani e 136 dominicani. I centri che danno ospitalità agli stranieri sono soprattutto i più grandi: Frosinone con 3.359 unità, Cassino con 2.202, Alatri con 2.110, Ferentino con 1.364 e Anagni con 1.246. Il grosso degli stranieri ha un'età compresa tra i 30 e i 34 anni (11,9%) o tra i 25 e i 29 (11,5%). Tra i 35 e i 39 anni sono il 10,6%.
Entro il nono anno di età, invece, sono l'11,4%, mentre è minimale la presenza degli over 65 appena il 4,2% del totale degli stranieri.