Una valanga di questioni preliminari: eccezioni, argomentazioni in punta di diritto, richieste poggiate su sentenze e pronunce consolidate. È andata avanti per l'intera mattina, fino alle 14.30, la prima udienza del processo che vede imputato l'ex presidente dell'Unione di Comuni, nonché già sindaco di San Giovanni Incarico, Antonio Salvati accusato di concussione per le presunte tangenti nella gestione dei migranti.
Giacca di pelle, composto, attento a ogni richiesta avanzata, sguardo rivolto verso il Collegio presieduto dalla dottoressa Perna: Salvati era in aula accanto ai suoi avvocati. E ha confermato che vuole esserci anche alla prossima udienza (da detenuto) qualora non fosse accolta la nuova istanza dei suoi avvocati Dario De Santis e Ivan Santopietro: a sorpresa, infatti, gli avvocati dell'ex sindaco hanno tirato fuori un atto inedito. Un documento che potrebbe sostenere la rinnovata richiesta di liberare il loro assistito o di sostituire il carcere con una misura meno afflittiva.Cinque i giorni per la decisione.

Le richieste
Ammessa, su richiesta dell'avvocato Menga, la costituzione di parte civile di Rea, rappresentante legale della cooperativa "Integra 2013", lo stesso che per gli inquirenti sarebbe stato il "tassello mancante" dell'indagine. Secondo l'accusa, Salvati avrebbe preteso da Rea circa 250.000 euro in contanti e in varie tranche, tra il 2013 e il 2017. E avrebbe minacciato lo stesso di non fargli liquidare le fatture presentate per il servizio di accoglienza dei richiedenti asilo di cui la cooperativa si occupava. Dopo la richiesta della costituzione di parte civile, una valanga di eccezioni e istanze, come la richiesta dell'avvocato Menga di citare in giudizio in via solidale con Salvati, come responsabile civile, l'Unione di Comuni; i dubbi sull'indeterminazione del capo di imputazione (a carico di Salvati) da parte dell'avvocato Santopietro, che ha sottolineato come non siano state indicati il luogo e il tempo delle presunte condotte illecite: «una compressione del diritto di difesa»; o la mancanza di interrogatorio prima della richiesta dell'immediato.

Punti a cui il pubblico ministero, il dottor Mattei, ha ribattuto opponendosi. Il Collegio si è ritirato pronunciandosi soltanto sull'ammissione, come parte processuale, dell'Unione di Comuni in qualità di responsabile civile per il ruolo ricoperto da Salvati. Un passaggio che, di fatto, allungherà i tempi di un rito immediato. Così l'avvocato De Santis, definendo quella di Salvati come una «custodia cautelare insolita» perché disposta a oltre un anno e mezzo dai fatti contestati, ha tirato fuori una deliberazione inedita.

Il documento inedito
Da un punto di visto giudiziario, la vicenda ha visto un lungo braccio di ferro fino alla richiesta dell'immediato custodiale. De Santis ha prodotto un nuovo documento: una deliberazione del consiglio dell'Unione, del 27 dicembre del 2016, con cui Salvati aveva indicato stante un procedimento pendente in procura la volontà di non usufruire degli oltre 600.000 euro già concessi «per rispetto all'autorità giudiziaria» ha sottolineato De Santis che, in virtù di questo e dell'allungamento dei tempi processuali, ha inoltrato la richiesta di sostituire la misura. Parere contrario da parte del pm Mattei che ha invece sottolineato la «permanenza dei gravi indizi di colpevolezza». Il tribunale, in composizione collegiale, ha recepito tutte le istanze rinviando la decisione sulle questioni preliminari al prossimo 10 dicembre.
Data in cui potrebbe essere ascoltata anche la parte offesa. Intanto il Tar ha dichiarato improcedibile il ricorso presentato da Salvati contro la sospensione dalla carica di presidente dell'Unione di Comuni disposta un anno fa dal prefetto.