Città off limits per i disabili, l'accessibilità a molti luoghi e uffici pubblici è una vera chimera. Buche in centro e nelle periferie, marciapiedi al limite dell'agibilità e parcheggi selvaggi rendono la vita delle persone con disabilità motorie, ma anche di mamme con passeggini e pedoni, un vero incubo, esponendoli a continui rischi.

Uno degli esempi lampanti è la disavventura del giovane Pietro Iozzia, studente universitario che abita nella frazione di Caira e che non è riuscito ad entrare nell'ufficio postale di zona. «Caira è un bellissimo paese, però a volte capita che devi andare alla posta ma non puoi entrare perché non c'è la rampa per salire. Insomma, quelle che dovrebbero essere normalissime attività di vita quotidiana, per chi non cammina diventano delle vere e proprie imprese» ha detto Pietro.
Ed è proprio questo il problema, azioni normali e quotidiani possono diventare imprese titaniche. Quando i marciapiedi sono impraticabili a causa di cantieri, buche e pavimentazione dissestata, chi "viaggia" in sedia a rotelle è costretto a restare sulla carreggiata esponendosi a pericoli e creando rischi anche per gli automobilisti.

Ci sono zone in pieno centro che sono letteralmente inaccessibili e, nonostante le lamentele e le segnalazioni, nessuno, politici, amministratori e responsabili, si impegnano per risolvere i problemi. Nei giorni scorsi, Rita Giorgio, dirigente del Pd con delega alle barriere architettoniche, si era recata in ospedale e aveva trovato dei paletti sistemati proprio davanti alla rampa di accesso per i disabili.

Oltre a denunciare la scelta poco razionale di installare i paletti in quella posizione, le auto erano state lasciate in sosta proprio lì davanti rendendo, di fatto, impossibile l'accesso se non attraverso il cup. «È una questione di rispetto, dovrebbe essere scontato poter assicurare a tutti l'ingresso nei luoghi pubblici. Ma questo territorio sembra non rendersene conto. Bisogna combattere e io non mi stancherò mai di alzare la voce, sono diritti che vanno rispettati, non servono le promesse. Inoltre - procede la Giorgio - è necessario impegnarsi per ottenere più risultati, non amo le passerelle, a me interessa cambiare un territorio, liberarlo e consegnarlo nelle mani di chi verrà dopo di me per migliorarlo ancora. Non sono una che si arrende facilmente e andrò avanti senza fermarmi, neanche davanti agli ostacoli.

Ci sono delle leggi da far rispettare, dei diritti. Trovare delle barriere in ospedale, non riuscire a potersi muovere liberamente, combattere per un lavoro e per aspetti della vita quotidiana dati per scontati da molti è quello che io e molti altri attivisti facciamo con passione da anni. Ho le idee chiare».
La vita per chi convive con disabilità è già particolarmente complicata, se si aggiungono le criticità che si incontrano sulle strade, sui marciapiedi e l'impossibilità di poter entrare liberamente e autonomamente in luoghi come l'ufficio postale, l'ospedale o, ad esempio, a tutti i binari della stazione ferroviaria, rende la quotidianità ancora più difficile.