Era finito ai domiciliari per spaccio, violenza privata e minacce, ora dovrà rispondere anche di evasione. Protagonista della storia un trentaquattrenne di Sant'Andrea del Garigliano che alcune sere fa ha deciso di scappare dai domiciliari e di raggiungere la piazza del paese. Il suo obiettivo era trovare un quarantenne che nei prossimi giorni sarebbe dovuto essere testimone nel processo a suo carico. Quando lo ha intercettato si è avvicinato e lo ha minacciato e intimorito, non si sarebbe dovuto presentare in aula. Ma qualcosa è andato storto, perché questa fuga è stata segnalata dai carabinieri della Compagnia di Cassino agli ordini del capitano Ivan Mastromanno all'autorità giudiziaria che ha revocato all'uomo i domiciliari. Per lui si sono aperte le porte del San Domenico.

Un tentativo di intimorire un testimone ha allungato la lista dei reati di cui dovrà rispondere il trentaquattrenne. Una storia che sembra uscita da una fiction o da un film, dove il coraggio di un uomo che si è fatto avanti per testimoniare per aiutare la giustizia viene preso di mira proprio dall'imputato. Minacce in piazza, nel paese, parole pronunciate con tono duro e fermo, parole che devono fare paura per spezzare quel coraggio, nato tra i vicoli di un piccolo paese della Valle dei Santi.
Un uomo che si trova ristretto ai domiciliari e che esce, nonostante tutto, dalla sua abitazione, non rispettando la misura, non rispettando le autorità. Accecato dall'unico obiettivo, bloccare quel testimone, anche minacciandolo nel cuore del paese in una sera d'autunno. Ma per il trentaquattrenne si sono aperte le porte del San Domenico.