La notizia arriva come una bomba. E si diffonde sin dalla prima mattinata di ieri. Paolo Palmisani, uno dei tre condannati in primo grado (a 16 anni) per l'omicidio di Emanuele Morganti, il ventenne di Tecchiena massacrato di botte in piazza Regina Margherita, ha ottenuto gli arresti domiciliari. Lo ha deciso la Corte d'assise di Frosinone che ha detto sì ai domiciliari per Palmisani, mentre ha respinto un'analoga richiesta per Mario Castagnacci.

Dopo la sentenza dello scorso 26 luglio che ha condannato a 16 anni Michel Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci previa derubricazione del reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale, escluse le aggravanti, e in attesa del deposito delle motivazioni (la giuria ha assolto Franco Castagnacci), ora arriva questo nuovo colpo di scena.

La difesa di Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, rappresentata dagli avvocati Angelo Bucci e Massimiliano Carbone, in questi giorni ha presentato un'istanza finalizzata alla modifica del regime detentivo dei due imputati. Questi, infatti, sono detenuti dal 28 marzo 2017. Da quando i carabinieri di Alatri andarono a prelevarli a Roma dove si erano rifugiati all'indomani della notizia della morte di Emanuele, avvenuta a Roma il 26 marzo 2017, nonostante il disperato intervento chirurgico dei medici dell'Umberto I.

Ora, dopo poco più di due anni e mezzo di detenzione a Regina Coeli, Paolo Palmisani ha potuto lasciare il carcere per gli arresti domiciliari, in attesa che la vicenda giudiziaria compia tutto il suo percorso. Arresti domiciliari che Palmisani trascorrerà lontano dalla Ciociaria, in provincia di Rieti.

Per l'altro coimputato, invece, Mario Castagnacci, ha pesato un vecchio precedente, risalente a qualche anno fa, ragion per cui la Corte ha stabilito di non accogliere l'istanza. Con riferimento a questa decisione, la difesa Bucci-Carbone valuterà un'eventuale impugnazione.
Il provvedimento ovviamente potrebbe interessare anche il terzo condannato, Michel Fortuna, detenuto dal 10 aprile 2017, la cui difesa potrebbe presentare un'analoga richiesta.

Per il momento si attende il deposito delle motivazioni della sentenza con la quale la Corte d'assise di Frosinone ha disatteso le richiesta della procura di Frosinone che, insistendo per l'omicidio volontario, aveva chiesto l'ergastolo per Michel Fortuna, 28 anni per Mario Castagnacci, 26 per Paolo Palmisani e 24 per Franco Castagnacci, l'unico assolto. Quest'ultimo mentre il processo è ancora in corso viene scarcerato il 19 aprile e poi liberato a seguito della lettura del verdetto.

Il processo per risalire ai responsabili della morte di Emanuele è stato veloce nonostante una lunga istruttoria. Il 28 giugno 2018 c'è il rinvio a giudizio dei quattro imputati (nel frattempo la posizione dei quattro buttafuori era stata archiviata). Il processo inizia a settembre. Sono 24 le udienze che si susseguiranno anche al ritmo di due a settimana per sentire gli 85 testi che sfileranno davanti alla corte.

A luglio di quest'anno si arriva alla conclusione con l'arringa del procuratore Giuseppe De Falco, ora a Latina, e del sostituto Vittorio Misiti, quindi la parte civile, l'avvocato Enrico Pavia, e i difensori dei quattro indagati. Fino alla sentenza del 26 luglio accolta con forti proteste fuori dell'aula, unicamente occupata da familiari e conoscenti dei Morganti dopo la decisione degli imputati e dei loro familiari di disertare la lettura della sentenza.

Il libro
Intanto, oggi a Roma verrà presentato il libro del regista Daniele Vicari "Emanuele nella battaglia" proprio sul caso del delitto del ventenne di Tecchiena. Il libro, edito da Einaudi, sarà presentato alle 18 alle Feltrinelli di via Appia nuova 427. Oltre all'autore interverrà Evelina Santangelo con letture di Fabrizio Gifuni.