La bufera dei vecchi buoni fruttiferi postali trentennali (con "taglio" notevole del tasso interessi) ha investito anche risparmiatori ciociari e di Ferentino che hanno fatto ricorso allevie legali. Una sentenza è stata emessa dal giudice di pace di Ferentino, che in riferimento in particolare ai buoni postali del 1987, serie P-Q, ha dato ragione ai risparmiatori condannando Poste Italiane al rimborso del dovuto. A Ferentino gli eredi di una nonnina risparmiatrice che aveva sottoscritto numerosi buoni nel 1987, difesi dall'avvocato Filomena Zaccardi, si sono rivolti al giudice di pace.

«Censurata – secondo il legale l'inadempienza di Poste che voleva liquidarli addirittura con la metà degli interessi. Il giudice di Ferentino, la dottoressa Taormina, con la recentissima sentenza attenta e puntuale, nella quale ha richiamato ed esaminato tutti i principi che regolano la materia, ha accolto le ragioni degli eredi ed ha condannato Poste al pagamento di tutti gli interessi dovuti». La vicenda dei buoni postali interessa numerosi risparmiatori italiani che hanno sottoscritto buoni fruttiferi prima e dopo il 13 giugno 1986 e che, alla scadenza, 30 anni dopo, si sarebbero visti liquidare da Poste Italiane Spa solo una parte degli interessi.

Tutto ciò a causa di un decreto del 13/6/1986 (discorso a parte per i buoni antecedenti), che aveva ridotto il tasso degli interessi senza farne partecipi i sottoscrittori. Per questo via ai ricorsi legali. L'avvocato Filomena Zaccardi, che da
anni si occupa del caso, spiega inoltre: «Importante decisione quella del giudice di pace per migliaia di sottoscrittori di buoni postali, che alla scadenza si sono visti negare il diritto a percepire quanto effettivamente dovuto. Consiglio anche a chi ha già incassato i buoni sottoscritti dopo il 13 giugno 1986, di fare esaminare la documentazione a un legale, per verificare se vi sia la possibilità di percepire somme ulteriori».