Corruzione elettorale, la Cassazione ha deciso: «inammissibile» il ricorso proposto dalla procura di Cassino contro la decisione del Riesame di annullare le ordinanze a carico del sindaco di Piedimonte San Germano, Gioacchino Ferdinandi; il vice Leonardo Capuano e l'imprenditore Piero Varlese finiti nell'inchiesta dei carabinieri "Cinquecento" su un ipotizzato voto di scambio: preferenze alle urne in cambio di posti di lavoro, anche solo promessi.

Il Riesame aveva ritenuto non sussistere l'ipotesi di associazione a delinquere e aveva annullato le ordinanze del gip di Cassino: così erano state revocate le misure nei confronti del primo cittadino sottoposto a divieto di dimora e del vice, finito ai domiciliari. Decaduta l'aggravante dell'associazione finalizzata al voto di scambio per tutti (contestazione mossa anche all'ex sindaco Nocella non raggiunto da alcuna misura), dopo l'ok della prefettura, gli amministratori erano tornati al lavoro. Quindi il ricorso proposto dalla procura avverso la decisione del Riesame.

E ora la decisione della Cassazione, dopo le discussioni delle difese mercoledì pomeriggio. Ieri ha sciolto il nodo, ritenendo inammissibile il ricorso. Adesso si attende la richiesta di rinvio a giudizio per tutti. E, in caso, l'eventuale fissazione del processo. Per il momento le difese gli avvocati Massimo Di Sotto e Claudio Sgambato per Ferdinandi; gli avvocati Giancarlo Corsetti e Veronica Avella per il vicesindaco Capuano; i legali Mosè De Rubeis e Marco Mattia per l'imprenditore Varlese si dicono soddisfatte per il risultato ottenuto.