Non vede più i suoi due figli da quando la compagna se ne è tornata in Romania. Ora, dopo aver ottenuto un provvedimento favorevole della magistratura di Bucarest, chiede alle autorità italiane di aiutarlo e di applicare il provvedimento. Intanto, per oggi, davanti al giudice Roberta Bisogno del tribunale di Frosinone è in programma l'udienza nella quale il padre, difeso dall'avvocato Vittorio Argentieri, chiederà la regolamentazione delle condizioni di affido, l'affido esclusivo, ma soprattutto l'autorizzazione a iscrivere i propri figli alla scuola italiana (la più piccola quest'anno dovrebbe cominciare le elementari). Dopo un periodo di convivenza, la donna, secondo quanto denunciato dall'ex compagno, fugge da Frosinone il 30 novembre 2017.
Con sè porta i due figli avuti dall'unione, di fatto impedendo al più grande di frequentare la prima elementare cui era regolarmente iscritto nel capoluogo ciociaro. Disperato il genitore, che da allora ha avuto problemi a comunicare con i figli, e spesso è stato in Romania per vederli e sincerarsi delle condizioni in cui vivono, ha attivato la procedura di rimpatrio dei minori come previsto dalla convenzione dell'Aja. Quindi ha intrapreso varie cause in Romania per denunciare la sottrazione dei minori e ottenere il riconoscimento della paternità, confermato dalla Corte d'appello romena. Secondo quanto lamentato dall'uomo, infatti, il figlio più grande sarebbe stato iscritto a scuola con un cognome diverso, ovvero quello del primo marito della donna.
Tuttavia, il padre dopo aver ottenuto il provvedimento favorevole per il rimpatrio dei bimbi dalla Corte d'appello di Bucarest si è trovato di fronte un muro di gomma. La sentenza, infatti, non è stata ancora eseguita e ora teme soprattutto per la frequenza scolastica dei due bambini. Per favorire la situazione si era anche reso disponibile a pagare il rimpatrio di madre e figli e di trovare una sistemazione e un lavoro alla donna, che, però, ha rifiutato. Ora l'uomo si appella ai giudici italiani perché gli facciano rincontrare i figli e gli consentano di farli rientrare in Italia.