Omicidio di Gabriel, si scava senza sosta per poter arrivare alla verità. Poco dopo le 10 di ieri, l'affidamento dell'incarico avvenuto all'interno della nuova caserma dei carabinieri di Cassino, in via Marconi a un tecnico che possa estrapolare il contenuto delle chat relative alla messaggistica di Facebook sul cellulare dello zio della vittima. Cellulare che Donatella potrebbe aver utilizzato. Un passaggio tecnico,avvenuto alla presenza delledifese degli imputati, i genitori di Gabriel, in carcere per omicidio volontario aggravato: Nicola Feroleto, assistito dall'avvocato Luigi D'Anna, e Donatella Di Bona, difesa dagli avvocati Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi.

Un punto importante per l'inchiesta: in quella cinquantina di messaggi contenuti nelle chat, non solo la conferma o -per contro - la possibile confutazione della presenza del padre in quel campo dell'orrore dove Gabriel trovava la morte il 17 aprile scorso. Nel materiale informatico, ora sotto la lente, forse addirittura la chiave del caso: potrebbe essere contenuto in quelle chat il movente del delitto del piccolo Gabriel, ucciso perché piangeva. Occorrerà vedere se tra quei messaggi possano essercene alcuni di Donatella e soprattutto indirizzati a chi. E a che ora.

I tempi per espletare quest'ultimo esame saranno brevi: ora che anche l'ultima relazione del Ris è sulla scrivania della dottoressa Valentina Maisto, gli inquirenti possono chiudere il cerchio. Solo a conclusione di quest'ultima attività, sarà dunque possibile procedere con la richiesta di un immediato o con quella di rinvio a giudizio. Nella giornata di venerdì, intanto, l'avvocato D'Anna e la sua consulente la criminologa Roberta Bruzzone hanno incontrato Feroleto nel carcere di Frosinone: «È molto lucido - ha spiegato la dottoressa Bruzzone -. Sa che dobbiamo affrontare un processo complesso, siamo fiduciosi. È stato messo a conoscenza delle risultanze investigative e tecniche emerse fino ad oggi».