Transazioni sospette in Vaticano: sospesi cinque dirigenti. Tra le persone sospese anche Tommaso Di Ruzza, responsabile dell'organismo della Santa Sede per la lotta al riciclaggio. Nel mirino operazioni finanziarie e immobiliari.

Martedì le perquisizioni negli uffici della prima sezione della Segreteria di Stato e dell'Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) e ieri i primi provvedimenti a scopo cautelativo: la «sospensione dal servizio» di cinque dipendenti, tra cui monsignor Mauro Carlino, Capo ufficio Informazione e documentazione della Segreteria di Stato, e Tommaso Di Ruzza, direttore dell'Aif, l'organismo vaticano per la lotta al riciclaggio di denaro.

L'indagine della procura vaticana il «promotore di giustizia» del tribunale, Gian Piero Milano, e l'aggiunto Alessandro Diddi «si ricollega alle denunce presentate agli inizi della scorsa estate dall'Istituto per le Opere di Religione e dall'Ufficio del Revisore Generale, riguardanti operazioni finanziarie compiute nel tempo», ha specificato la Santa Sede.

L'indagine dura da mesi, la trasparenza delle finanze è uno dei punti principali del pontificato di papa Francesco che è particolarmente severo sull'ambito. Gli altri dipendenti "sospesi" sono un impiegato dell'ufficio protocollo, Vincenzo Mauriello, un altro dell'ufficio amministrativo, Fabrizio Tirabassi, e una addetta di amministrazione della Segreteria di Stato, Caterina Sansone.

La perquisizione di martedì mattina ha riguardato "l'acquisizione di documenti e apparati elettronici" e quindi il sequestro di archivi e pc.
È stata emanata una disposizione di servizio al personale vaticano e alla gendarmeria in cui si comunica che i cinque dipendenti, elencati con nome e foto, possano entrare nello Stato solo «se autorizzati dalla magistratura vaticana»