"La Storia Infinita" arriva in appello. Confermate le pene: identiche per Masucci, Ferreri e Panaccione. Diminuite rispetto al primo grado, in varia misura, per altri: le più alte, infatti sono state per Gennaro Ferreri, confermata a 16 anni, Antonio Masucci a 10, per Elio Panaccione a 8 anni.

Molti dei reati per spaccio sono stati derubricati al quinto comma (riconoscendo la lieve entità). Gli altri coinvolti hanno dunque beneficiato - seppure per alcune posizioni in minima parte - di una riduzione, della pena: così i giudici capitolini sono passati dai 9 anni e 5 mesi di Antonio Terenzio, a un anno e 4 mesi per Omar Vercelli, passando a un anno e sette mesi per Figliolini, che ha ottenuto pena sospesa e non menzione. A procedere con un concordato (per un altro episodio di spaccio) è stato Domenico D'Aliesio, condannato in appello a cinque anni. In totale, le pene complessive, hanno sfiorato gli 80 anni.

L'inchiesta
La maxi inchiesta dell'Arma denominata "La Storia Infinita" rappresenta uno spartiacque nella definizione della lotta allo spaccio: per la prima volta in città è stato alzato il livello del contrasto al mercato della droga, delineando gruppi predominanti e ruoli; riconoscendo persino il ricorso alle armi per mantenere l'egemonia. È questo il quadro delineato dagli inquirenti e attaccato con forza dalle difese.

Per la procura Gennaro Ferreri era il dominus dell'intera organizzazione; Elio Panaccione, poi entrato in un programma di protezione, un'altra figura apicale; Antonio Masucci, il cassiere della banda; Luca Carlino, il "guardaspalle"; Antonio Terenzio, il capo area dello spaccio (per Terenzio, Carlino e Masucci è stato subito escluso che gli stessi fossero a capo dell'organizzazione nonostante le ipotesi del pm). Loris Marzella, invece, avrebbe gestito i pusher locali; Andrea Quadrini coordinato la piazza; Alan Molto Pavone si sarebbe occupato della vendita al dettaglio: tutti chiamati a rispondere del vincolo associativo.

Delle accuse senza il vincolo associativo, invece, hanno risposto Domenico D'Aliesio; Riccardo Figliolini e Omar Vercelli. Unica posizione stralciata, quella di Ferdinando Spada che infatti ieri non è comparso davanti ai giudici d'appello. Nel pool difensivo gli avvocati Buongiovanni, Cassone, Maffei, Sibilio, Corsetti, Venturi, Carbone e Cardillo Cupo. Novanta giorni per le motivazioni.