Un bimbo conteso dai genitori, come tanti. Ma con un sospetto terribile che per suo padre è una certezza: la violenza subita dal piccolo ad opera di sua madre. Atteggiamenti ostili e comportamenti violenti che si sarebbero ripetuti a più riprese all'interno della casa-famiglia dove il piccolo, di poco più di due anni di età, vive insieme a sua madre, anche lei ospite della struttura d'accoglienza di Sora. Il padre, originario di Frosinone e residente a Terracina, accusa apertamente la sua ex moglie di maltrattare il bambino.

L'ha già denunciata diverse volte e nei giorni scorsi ha presentato un dettagliato esposto alla procura della Repubblica di Cassino chiedendo di indagare su quanto da lui denunciato. A corredo del sue esposto, ha allegato anche un filmato e alcune immagini che a suo avviso dimostrerebbero le violenze subite dal bimbo: segni sul volto che potrebbero essere riconducibili a percosse. Per questo vuole che il piccolo venga allontanato subito dalla donna e riaffidato a lui.

L'uomo si è rivolto anche all'associazione "Più Italia" che si occupa di casi del genere, balzata agli onori della cronaca nelle scorse settimane per aver organizzato una manifestazione pubblica contro presunte violenze patite da due bambini in una casa-famiglia di Frosinone gestita da religiose. Il presidente del sodalizio Fabrizio Pignalberi ricorda le denunce presentate dal padre del bambino contro la sua ex e spiega: «Oggi però sono ferme in procura e nessun provvedimento è stato preso, anzi la donna ha ottenuto di stare con il bimbo nella casa-famiglia. Si precisa per dovere di cronaca che la mamma ha già abbandonato altri bambini avuti con altri uomini. Il papà, all'ultima visita, ha visto inoltre il bambino con segni di violenza sul volto. Del caso si starebbero occupando i servizi sociali».

Il presidente Pignalberi si associa alla disperata richiesta dell'uomo e invoca l'installazione delle telecamere di sorveglianza all'interno della struttura, sollecitando la magistratura a fare luce sulla vicenda. Un appello, il suo, a tutti gli enti coinvolti affinché le strutture che accolgono bambini, compresi gli asili nido, siano dotate di sistemi di videosorveglianza.