Annuncio trappola per un telefonino, arriva la condanna per rapina. Ad Alessandro Piacentini, 37 anni, di Frosinone, accusato di rapina e lesioni, il tribunale ha inflitto una pena di quattro anni. L'uomo era accusato di due episodi verificatisi il 22 gennaio 2019 nel capoluogo e poi in un successivo momento a Ferentino nei confronti di un albanese. L'appuntamento tra i due era stato fissato intorno alle 22, tra viale Mazzini e via Marittima.

La vittima un trentasettenne di origini albanesi era stato incuriosito da un messaggio postato su Facebook da un suo conoscente. Questi aveva messo in vendita uno smartphone, del valore di 800 euro, a 550.
Un'offerta da non perdere ha pensato la vittima, ignaro di quanto da lì a qualche minuto gli stava per capitare. L'albanese si è quindi accordato con il venditore. L'uomo si è recato all'appuntamento in auto con la moglie incinta, sicuro di chiudere l'affare. Invece qualcosa è andato storto.

Nel momento in cui ha tirato fuori i soldi dal portafogli, in base a quanto ricostruito dagli agenti delle volanti, l'altro glieli ha sfilati di mano. Quindi alla comprensibile reazione, l'albanese è stato aggredito con l'intervento di due soggetti, rimasti non identificati, armati di spranghe di ferro. In quel frangente l'acquirente è stato aggredito a calci e pugni. Gli aggressori si dileguavano, mentre l'albanese tentata di riprendersi i soldi. Così contattava il conoscente e otteneva un nuovo appuntamento chiarificatore a Ferentino. Però, anche in questa seconda occasione le cose andavano in maniera diversa da quanto sperato.

L'albanese secondo le accuse veniva aggredito a calci e pugni da Piacentini e da una quarta persona, rimasta ignota. Il malcapitato riportava contusioni al volto e alla testa, giudicate guaribili in sette giorni. A quel punto scattava la denuncia alla questura. Agli agenti la vittima riferiva di non aver mai visto il telefonino e dava una descrizione dell'aggressore. Gli agenti facevano una scrematura dei possibili autori in base alla descrizione, al luogo dell'aggressione e al contatto via Facebook. Così veniva individuato Piacentini che così finiva agli arresti domiciliari.

Ieri la conclusione del processo davanti al tribunale di Frosinone in composizione collegiale (presidente Francesco Mancini, a latere Francesca Proietti e Silvia Fonte Basso). Il pubblico ministero ha chiesto nei confronti di Piacentini (difeso dall'avvocato Luigi Tozzi) una condanna a quattro anni e mezzo contestando l'aggravante del concorso con ignoti, caduta quest'aggravante la pena inflitta è stata più bassa di sei mesi.