Dieci giorni di stop produttivo nelle prossime cinque settimane. Lo stabilimento Fca ha annunciato ieri nuove giornate di cassa integrazione. Le fermate - giunte ormai a 93 dall'inizio dell'anno tra cassa integrazione e permessi - rappresentano quasi il 50% del totale. E il dimezzamento dei giorni lavorativi, inevitabilmente, si trasforma in dimezzamento delle buste paga degli operai: non solo quelli di Fca, anche e soprattutto quelli dell'indotto. A causa delle poche commesse da parte di Fca, le piccole e medie imprese sono difatti costrette a loro volta o a fare ricorso agli ammortizzatori sociali o, come è successo in molti casi, a non rinnovare i contratti degli interinali e quindi a licenziare.

L'autunno caldo
Andiamo con ordine: nella giornata di ieri l'azienda ha comunicato che ci sarà uno stop alla produzione nei giorni 21, 25 e 31 ottobre. Questi tre giorni vanno ad aggiungersi ai sette già in programma, ovvero: 30 settembre, 1, 2, 3, 4, 7 e 11 ottobre. Quindi, nelle prossime cinque settimane - ovvero da lunedì 30 settembre a venerdì 1° novembre - su un totale di 24 giorni lavorativi, 14 giorni i cancelli saranno aperti, mentre ben dieci sono gli stop in programma. Come si evince, dunque, la produzione è pressochè dimezzata. I sindacati suonano l'allarme ed anche il mondo politico, con Pasquale Ciacciarelli mantiene accesi i riflettori sul tema. Intanto una buona notizia arriva dal Governo.

Vertice al Mise
«L'impegno del ministro Patuanelli è una novità importante. Ora è il momento che i protagonisti del settore, da Fca, Marelli e Cnhi fino alla componentistica, garantiscano il futuro dell'occupazione nel settore». Lo scrive Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom-Cgil, in risposta all'annuncio del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, lanciato dalle colonne del Sole24Ore, sull'apertura nei prossimi giorni di un tavolo di confronto per il settore auto con tutte le parti sociali coinvolte».