La lite era scoppiata a colazione per futili motivi nel maggio del 2018. Una questione banale, alimentata da dissapori e tensioni personali. Al culmine della discussione, lui aveva colpito la trentenne al volto con un pugno; lei aveva reagito. E afferrato un coltello, lo aveva colpito alla schiena. Ieri la discussione: chiesti dal pm inabbreviato 2 annie 8 mesi di reclusione. Il gip, accogliendo la richiesta della difesa di Laura Mastrangeli, rappresentata dall'av vocato Eleonora Rea, ha condannato la trentenne a sei mesi di reclusione.

La ricostruzione
La violenza era scoppiata in una anonima mattinata di maggio dell'anno scorso in via Arigni. Ad allertare i soccorsi, era stata proprio la donna, poi trasportata in caserma. Ascoltata a lungo, era stata arrestata per tentato omicidio. Ad avvertire i carabinieri, invece, un vicino di casa, spaventato dalle urla dell'uomo: prima l'accesa discussione, poi le grida di dolore del giovane. Al culmine del litigio, dopo il pugno sferrato alla donna con violenza, l'inattesa reazione della trentenne che aveva afferrato un coltello a serramanico colpendo il suo compagno alla schiena.

Trasferito in ospedale, il giovane era stato medicato e sottoposto tutti gli esami clinici, mentre lei era finita ai domiciliari per tentato omicidio, poi derubricato in tentate lesioni gravissime. Ieri la discussione e la decisione del gip: sei mesi di reclusione (peraltro già scontati) per tentate lesioni personali e la richiesta avanzata dall'avvocato Eleonora Rea di attenuare la misura di sicurezza a cui è sottoposta. Su questo aspetto, invece, il giudice si è riservato.