Il caso dei certificati bianchi, ovvero della truffa sui risparmi energetici ha travalicato l'ambito provinciale. Questo lo si era già capito questa estate: dopo l'inchiesta della Guardia di finanza di Frosinone, coordinata dalla procura di Roma, ne sono seguite altre due, una ad agosto e l'ultima in settimana, condotte dalle Fiamme gialle di Treviso.

Nel mirino sono finiti gli imprenditori di Castro dei Volsci Marcello e Marco Perfili che, l'altro giorno, sono stati destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per truffa ai danni del Gestore dei servizi energetici. Per l'accusa avrebbero ottenuto i certificati bianchi, che sono poi titoli negoziabili sul mercato dell'Mse, a fronte di lavori di risparmio energetico mai realizzati, Nel mirino sono così finite 15 società, molte anche del Nord Italia, e 3.990 interventi di efficientamento energetico. Mercoledì sera l'argomento, con particolare riferimento all'inchiesta condotta dagli uomini del colonnello Alessandro Gallozzi, è approdato in diretta nazionale con il programma condotto su Rete 4 da Mario Giordano "Fuori dal coro".

Nell'ambito di un'inchiesta sulle bollette elettriche e sui costi caricati sui cittadini, il giornalista ha introdotto il tema della truffa energetica, facendo così esplicito riferimento agli accertamenti condotti dalle Fiamme gialle di Frosinone e anche a quanto hanno sequestrato agli indagati in considerazione del fatto che, con la prima inchiesta, viene ipotizzata una truffa da 47 milioni di euro. Tuttavia, a quell'operazione ne sono seguite, quest'estate, altre due operazioni sempre in relazione ai certificati bianchi.

Nell'ultima indagine gli indagati sono 28, mentre agli arresti domiciliari sono finiti i due Perfili e altri imprenditori di Padova, Milano e Cosenza. Secondo le accuse raccolte dalla procura della Marca i certificati bianchi, una volta negoziati sul mercato del Gme, avrebbero fruttato 110 milioni. E a 110 milioni ammonta il sequestro per equivalente disposto dal gip di Treviso. Negli anni successivi, ipotizzano i finanzieri l'importo sarebbe potuto salire fino a 500 milioni.