Due ordinanze di custodia cautelare, 34 arresti di cui quattro ai domiciliari e due binari investigativi che alla fine si sono incrociati. I reati contestati vanno dallo spaccio alla falsità ideologica, fino alla corruzione, ma viene contestata anche la truffa.

Nelle inchieste "Astice" e "P trus" di Latina sono coinvolti anche Ndricim Lalaj, 29 anni, albanese residente a Ferentino e Eneida Skendo, 29 anni, anche lei albanese e residente a Fiuggi.
Il primo è finito in carcere, mentre per la donna sono stati disposti i domiciliari. Illustrati ieri i risultati delle inchieste nel corso di una conferenza stampa al comando provinciale di Latina. In carcere potevano arrivare anche un astice da mangiare in cella, oppure della cocaina, ma anche un borsone pieno di sigarette, tutto questo grazie alla compiacenza di alcuni agenti della polizia penitenziaria.
Le modalità che i detenuti avevano per interagire con l'esterno erano diverse, ed è da queste premesse che alla fine del 2017 è scattata una delicata indagine che ha portato gli investigatori fin dentro il carcere di Latina.

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi i fratelli Angelo e Salvatore Travali. Con loro in carcere  anche Gennaro Amato e Massimiliano Del Vecchio. E poi in manette sono finiti anche un ispettore di polizia penitenziaria, Franco Zinni, in pensione da qualche mese, e un sovrintendente, Gianni Tramentozzi. I filoni di inchiesta sono due: da una parte Astice, dall'altra Petrus, il legame è rappresentato dalla droga e in questo caso i carabinieri sono riusciti a ricostruire l'intera filiera. I militari hanno tracciato i canali di approvvigionamento e sono risaliti al gruppo che si occupava della distribuzione della sostanza e nell'inchiesta sono finiti anche Angelo Petrillone e i figli Simone e Riccardo. Gli arresti che sono scattati ieri all'alba hanno interessato mezza provincia di Latina e anche la Ciociaria dove sono residenti i due albanesi.