Non si rassegna alla fine della relazione e decide di vendicarsi postando foto intime e decisamente hot della sua ex.
E per farlo, entra nel profilo della ragazza, dando così l'impressione che a diffondere quegli scatti privatissimi sia stata proprio lei. Ora, con l'avviso di conclusione delle indagini, rischia il processo per una serie di reati che vanno dalla diffamazione aggravata alla sostituzione di persona, rischiando una pena superiore ai due anni. Sono queste le accuse, tutte da dimostrare, a cui un venticinquenne del Cassinate rappresentato dall'avvocato Emanuele Carbone dovrà rispondere. Una vicenda che, nonostante sia tutta da provare, racconta un fenomeno tutt'altro che poco conosciuto, soprattutto dopo l'approvazione del "Revenge porn", non applicabile però in questo caso.

Di storie del genere in rete ce ne sono moltissime: la vendetta, sempre più spesso, si concretizza attraverso i social amplificando, così, il risultato. La vittima della vicenda finita ora in procura è una poco più che ventenne del Cassinate che circa due anni fa, alla fine di una storia d'amore con un ragazzo di un anno più grande residente sempre in zona, è stata improvvisamente raggiunta da una miriade di telefonate e messaggi: alcuni di amici e conoscenti sconvolti davanti a quelle foto apparse sul suo profilo. Altri, anche di cattivo gusto, di "apprezzamento": una situazione da incubo. Inutile dire che tra vergogna e sgomento la giovanissima (che dopo l'episodio si è trasferita in un'altra regione) per un po' ha deciso di chiudersi in casa.

Ma non senza denunciare: a pubblicare quelle foto scattate in intimità, con il suo ex, potevano essere stati come ha poi dichiarato agli inquirenti solo in due. E lei non ne avrebbe avuto alcun beneficio. Così ha denunciato il ragazzo oggi un libero professionista che, probabilmente per vendetta, sarebbe entrato nel suo profilo (conoscendo la password) per tirarle un tiro mancino. Una spiegazione plausibile per inquadrare l'imbarazzante vicenda, che ora dovrà essere affrontata in tribunale.