Un albero per ogni italiano. La proposta arriva dalla comunità Laudato si' e, in modo particolare, da Carlo Petrini, presidente di Slow food, Stefano Mancuso, scienziato, e dal vescovo di Rieti, il ciociaro di Acuto Domenico Pompili.

Una proposta utile anche alla Ciociaria, complici gli alti valori dell'inquinamento, che viene accolta con favore dall'agronomo Giuseppe Sarracino responsabile regionale dell'associazione parchi e giardini. «La messa dimora di nuovi alberi è un fatto positivo - dice Sarracino - Per quanto riguarda la regola di un albero per ogni nato questa può creare dei problemi perché non sempre c'è spazio a sufficienza e perché gli alberi non vanno messi a caso, in quanto hanno bisogno di spazio e terreno particolare.

È una cosa utile perché contribuisce all'abbattimento di Co2 e polveri sottili e anche della temperatura. In più rende le città più appetibili: basti penare agli immobili che sono aumentati di valore con la villa comunale. Noi come associazione nazionale in passato avevamo presentato una proposta per la messa a dimora di cinquemila nuovi alberi a Frosinone in tre anni con un progetto finanziato dalla Regione».

Quanto alla scelta degli alberi, anche qui occorre fare distinzione. «Sarebbe opportuno che fossero autoctoni - prosegue Sarracino - Serve un albero giusto al posto giusto. E bisogna conoscere le caratteristiche ambientali».

Ma non basta piantare gli alberi per risolvere i problemi di una città e di una provincia da sempre alle prese con gli alti valori inquinanti. «In definitiva - conclude Sarracino - la proposta è giusta, ma occorrono soldi per piantare gli alberi, una gestione e cura degli alberi con personale tecnico capace. Capace di gestirli e di piantarli». Per non rovinare quello che si è creato piantando gli alberi.