Una tecnica collaudata. Tirava fuori dalla sua borsa fogli di giornale e accendino, li gettava dentro ai cassonetti dell'immondizia e si scostava un po': prima di abbandonare il "luogo del delitto", si assicurava che le fiamme iniziassero a propagarsi, facendo fuoriuscire sbuffi di fumo. Solo allora, come accertato dagli uomini del capitano De Venezia, scompariva. Non è il racconto di una goliardata fatta da un ventenne della Roma bene, annoiato e viziato.

L'episodio del cassonetto incendiato in circonvallazione Nomentana è attribuibile, secondo i militari, a un sessantaquattrenne di Pontecorvo, senza fissa dimora. Ma con un pallino fisso: dare fuoco ai cassonetti. Quello registrato a pochi passi dalla stazione Tiburtina e attribuito al pontecorvese non sarebbe, purtroppo, neppure il solo episodio. In questo caso, però, al pensionato è andata male: la descrizione fornita dai passanti ha permesso ai carabinieri della Stazione Parioli di bloccare l'uomo poco dopo. Alcuni presenti hanno infatti offerto dettagli-chiave del pensionato "Nerone" dei cassonetti. E gli uomini del comandante di Compagnia, il capitano Alessandro De Venezia, hanno così identificato e bloccato il piromane poco dopo il fatto con ancora "gli attrezzi" del mestiere: fogli (davvero numerosi) e accendino nella borsa che aveva con sé.

Per questo il pontecorvese, non nuovo a gesti simili, è stato arrestato e trasferito in caserma in attesa del giudizio con rito direttissimo. I militari stanno cercando di ricostruire gli ultimi spostamenti, per capire anche se il sessantaquattrenne raggiungesse la Capitale appositamente per dare sfogo al suo impulso incendiario, oppure no.

Manie costose
 Il piromane non sa, forse, che il costo dell'episodio incendiario non sembrerebbe propriamente modico: tra i 600 e i 700 euro solo per il cassonetto. A questo vanno ad aggiungersi i costi dello smaltimento di quello che, dopo il rogo, è diventato un rifiuto speciale. Purtroppo quello del pontecorvese non sembrerebbe neppure un episodio isolato: la cronaca racconta di un "esercito di piromani" dei cassonetti. Solo a Roma, nel 2018, i casi finiti sotto la lente degli inquirenti sarebbero stati numerosi e ripetuti.