C'erano tante persone nell'abbazia di Casamari alla celebrazione dei suoi cinquant'anni di ordinazione sacerdotale. Qualcuno anche commosso. Perché padre Ildebrando Di Fulvio ha fatto e continua a fare molto per la comunità, per le numerose persone che si rivolgono a lui per essere liberate dal male.

Il vescovo diocesano Ambrogio Spreafico, l'abate Eugenio Romagnuolo, i confratelli monaci, i sacerdoti della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, i sacerdoti della diocesi di Tivoli che hanno accompagnato parenti e amici geranesi di don Ildebrando, i fratelli esorcisti dell'AIE, autorità politiche, civili, militari e tantissime altre persone venerdì scorso hanno partecipato alla cerimonia per i 50 anni di ordinazione sacerdotale di padre Ildebrando.

La messa è stata presieduta da monsignore Ambrogio Spreafico. «Mentre ringrazio il Signore, vorrei anche ringraziare te, caro padre Ildebrando, anche se so che non vorresti, per il tuo servizio umile e generoso sia come parroco che come esorcista - ha detto il vescovo - Ci uniamo al tuo ringraziamento al Signore e preghiamo perché il tuo ministero unito alla tua vita monastica sia sempre di aiuto e di guida per tutti coloro che ti incontreranno, soprattutto per chi si rivolge a te per essere liberato dalla forza del male. Grazie per essere con noi, per il tuo servizio generoso come parroco, monaco ed escorcista e per quanto hai donato alla nostra diocesi».

«Siamo qui - un cuore solo e un'anima sola - a ringraziare il Signore nel 50° anniversario della mia ordinazione sacerdotale - ha sottolineato padre Ildebrando - ricevuta il 23 agosto 1969 per l'imposizione delle mani di monsignore Giuseppe Marafini. Nel tempo ho ricevuto da loro diversi incarichi in diocesi che ho cercato di onorare con responsabile e gioiosa collaborazione.

In ultimo il dono o meglio il ministero dell'esorcistato che porto avanti da circa venti anni con dignità e rispetto, nonostante i comprensibili disagi e i molteplici assalti malefici. Di tutto questo ne vado fiero cosciente di recare incalcolabile sollievo a tanti fratelli e sorelle restituendo loro serenità e gioia».

Padre Ildebrando ha narrato due episodi che lo hanno coinvolto totalmente. «Un paziente posseduto - eludendo la sorveglianza dei presenti - si è lanciato con tutta la violenza contro la mia persona, dopo qualche attimo mi sono reso conto che il mio corpo non è stato nemmeno sfiorato. In un altro caso di possessione il malato ogni volta rimaneva sempre più a lungo in trance facendomi saltare ogni altro impegno, ma dietro le mie insistenti invocazioni alla Vergine, il demonio veniva costretto a farmi da catechista indicandomi di volta in volta la preghiera più idonea per concludere l'esorcismo. Ecco le meraviglie e le sorprese dell'amore di Dio»