La potenza del fuoco sembra invincibile. Invece ieri, al calar della sera, le fiamme sono state domate e in molti hanno finalmente tirato un sospiro di sollievo. Operazioni di spegnimento dichiarate concluse poco dopo le 18. Strada regionale 509 riaperta ma con la prescrizione di procedere con cautela.

Il quinto giorno d'incendio era iniziato nel peggiore dei modi. Già al mattino si capiva che la giornata sarebbe stata campale; fiamme, roghi e tanto fumo tra Alvito e San Donato Valcomino: il costone delle Mainarde che separa i due centri e che è attraversato dalla regionale 509 era di nuovo preda del fuoco. Decine i vigili del fuoco e i volontari della protezione civile impegnati a terra nell'opera di spegnimento con l'apporto dal cielo di elicotteri e un canadair che, senza soste, scaricavano metri cubi di acqua sulle fiamme e intorno all'area dell'incendio per cercare di impedire che si propagasse oltre.

«C'è un sottobosco che è un letto di aghi di pino alto fino a sessanta centimetri, e poi i tronchi caduti col vento della fine di febbraio scorso ormai rinsecchiti, insieme sono il combustibile di questo inesauribile incendio», aveva detto tra il rassegnato e il preoccupante il sindaco di San Donato Valcomino, Enrico Pittiglio. Al lavoro tante squadre e numerosi uomini tra vigili del fuoco e protezione civile: i pompieri proseguono l'opera di spegnimento a terra e di messa in sicurezza delle aree liberate dal fuoco controllando di conseguenza la periferia del cerchio di fuoco. Sfiniti da quattro giorni intensi di operazioni quelli della protezione civile: giorno e notte a tu per tu con le fiamme e con la sorveglianza dei bacini d'acqua artificiali; a quelle già attive di squadre di volontari (San Donato, Vicalvi, Cassino, Piedimonte San Germano) si sono aggiunte le squadre di Roma, Ariccia, Aprilia, Zagarolo.

«I miei colleghi sono saliti sul costone impervio per spegnere i focolai, ma si sta alzando il vento che renderà tutto più difficile» ha detto un volontario della protezione civile sceso sulla strada per bere dell'acqua fresca e trovare un po'di refrigerio. Dal centro abitato di San Donato i cittadini osservano il fumo che da cinque giorni si leva alto nel cielo coprendo con una cappa di fuliggine la Valle di Comino: «Sembra di essere sotto assedio», ha sospirato un anziano mentre un altro allargando le braccia invocava la pioggia. «Speriamo nei temporali annunciati». E che la pioggia (tanta, però) segni finalmente l'epilogo di questi cinque giorni d'inferno.