«Anche il depuratore è la fonte di buona parte della puzza che sentiamo; o funziona bene o deve essere chiuso». È categorico Roberto Caligiore. Ma d'altronde è il sindaco della città che più di tutte è ostaggio di odori che danno il voltastomaco, insieme a Patrica, Supino e ad alcune zone di Frosinone. Puzze che esasperano da tempo i cittadini che si sentono, in queste notti d'estate, prigionieri in casa loro e che sperano in una copiosa pioggia nella speranza che il fenomeno si affievolisca.

Dall'AeA, la società che gestisce il depuratore Asi di Colle San Paolo, hanno più volte escluso che la puzza subita dai cittadini, possa essere generata dall'impianto. Certo è che chi risiede nelle sue vicinanze, in rivolta permanente, non la pensa allo stesso modo visto che la puzza lì si avverte davvero tanto. Da sentirsi male. In molti, inoltre, si chiedono a che punto siano i lavori al depuratore promessi dall'Asi. I cittadini vogliono capire. Ma il punto è un altro. Ad oggi, nessuno degli organi preposti ai controlli ambientali pare in grado di dire con certezza da dove si originino gli odori e che grado di rischio ci possa essere per coloro che li respirano. Di sicuro gli abitanti di questa Valle "ambientalmente" disgraziata hanno il diritto di sapere e di vedere i responsabili pagare per i danni che hanno e stanno generando. Perché la gente sente "puzza" di sottovalutazione del dramma ecologico.

Il tavolo tecnico
Intanto martedì sera la politica si è messa in moto. Si è svolto, infatti, un tavolo tecnico ambientale permanente all'amministrazione provinciale. Per Ceccano, oltre al sindaco Caligiore, erano presenti l'assessore all'ambiente Alessandro Savoni e il responsabile del quarto settore Frank Ruggiero. È stato affrontato il problema dei miasmi e dei cattivi odori. «Ho voluto precisare, ancora una volta, che le aziende che conferiscono presso il depuratore di Ceccano paradossalmente non si trovano sul territorio della nostra città ma si trovano a monte del nostro territorio – ha spiegato Caligiore – Il conferimento avviene nel depuratore che sappiamo svolgere un ruolo fondamentale nella trattazione dei vari materiali, ma che appare ormai palesemente inadeguato a fare fronte all'attuale situazione. Ho voluto puntare il dito contro l'Asi perché sono necessari interventi e investimenti importanti sul depuratore per metterlo al passo con i tempi e con il carico di lavoro che si trova a dovere affrontare. Ho voluto sottolineare che quattro anni, ripeto quattro anni, sono davvero troppi per avere un'Aia, fortemente chiesta e voluta, e che non rappresenta certo un punto di arrivo, ma un punto di partenza in questa battaglia. E poi la Regione Lazio che, malgrado il parere negativo del comune di Ceccano e non solo, continua ad autorizzare l'apertura di nuove strutture per il trattamento dei rifiuti che conferiranno anch'esse nel depuratore di Ceccano, aggravando ulteriormente la situazione».

Caligiore ha quindi chiesto che vengano presi in considerazione alcuni punti per lui fondamentali, ossia che «il tavolo tecnico si riunisca ogni quindici giorni per controllare l'andamento dei lavori che vedranno coinvolto il depuratore, per seguirne l'evoluzione, con sopralluoghi mirati e coinvolgendo anche la Polizia provinciale. Che venga fatta richiesta all'Arpa affinché collochi quanto prima nella zona in prossimità del depuratore, zona Cese-Colle San Paolo, una nuova centralina per il monitoraggio della qualità dell'aria. Che la stessa rimanga fissa sia prima sia dopo i lavori al depuratore per monitorare se ci siano variazioni rilevamenti e di che tipo». Caligiore ha anche proposto di chiedere all'Asi che intervenga quanto prima sul proprio piano regolatore affinché non vengano allocate delle nuove iniziative industriali volte al trattamento dei rifiuti e la messa in esercizio del depuratore di Anagni «in considerazione della grande quantità di reflui industriali conferiti nel depuratore consortile di Ceccano. Un corretto funzionamento del depuratore di Anagni alleggerirebbe i carichi che confluiscono nel depuratore presente sul nostro territorio», conclude.